Mobilità del personale, degli studenti e dei laureati; realizzazione di progetti di ricerca congiunti; scambio di documentazione, di informazioni scientifiche e pubblicazioni; sostegno e assistenza agli studiosi in missione. Sono gli obiettivi dell’accordo siglato dall’Università Sapienza e il Policlinico universitario di Harvard (Brigham and Women’s Hospital – BWH) che fanno quindi rete per la cooperazione […]
Mobilità del personale, degli studenti e dei laureati; realizzazione di progetti di ricerca congiunti; scambio di documentazione, di informazioni scientifiche e pubblicazioni; sostegno e assistenza agli studiosi in missione. Sono gli obiettivi dell’accordo siglato dall’Università Sapienza e il Policlinico universitario di Harvard (Brigham and Women’s Hospital – BWH) che fanno quindi rete per la cooperazione nell’ambito della ricerca, della formazione e dell’assistenza in ambito medico.
«La comunità internazionale sta affrontando oggi nuove sfide per assicurare al maggior numero di persone possibile il diritto alla salute e al benessere psicofisico – sottolinea il Rettore della Sapienza Eugenio Gaudio –. Tali sfide impongono alle università di mobilitarsi per aumentare lo spazio comune in cui le idee possano crescere e svilupparsi. Questo è l’obiettivo dell’accordo con la Brigham and Women’s hospital, struttura all’avanguardia non solo per l’eccellenza delle prestazioni, ma anche per l’impegno nella lotta alle disparità attraverso i suoi numerosi programmi globali sulla salute».
Lo strumento operativo per la gestione delle risorse che saranno attribuite per il conseguimento degli obiettivi fissati dall’accordo sarà l’European Institute for Network Medicine, formato dal BWH ma organizzato secondo la legislazione italiana, o altra normativa internazionale condivisa dalle parti.
L’accordo, di durata decennale, è stato firmato presso la sede dell’Università americana a Boston dal Rettore dell’Università romana, accompagnato dal Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria Sebastiano Filetti, e dalla Presidente dell’ospedale Elizabeth G. Nabel.