Da oggi, grazie all’approvazione della legge n. 2801 sul Biotestamento, anche l’Italia avrà una norma che da una parte consente al cittadino di essere informato sia sul proprio stato di salute sia sulle conseguenze che derivano dalle cure o dal rifiuto di queste decidendo in ogni momento di non iniziarle o sospenderle e dall’altra parte […]
Da oggi, grazie all’approvazione della legge n. 2801 sul Biotestamento, anche l’Italia avrà una norma che da una parte consente al cittadino di essere informato sia sul proprio stato di salute sia sulle conseguenze che derivano dalle cure o dal rifiuto di queste decidendo in ogni momento di non iniziarle o sospenderle e dall’altra parte esenta l’operatore sanitario che rispetta la volontà del paziente da ogni responsabilità civile e penale.
«Quella licenziata oggi dal Senato è una norma di civiltà – afferma la Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche, dottoressa Maria Vicario -. Finalmente infatti i pazienti che, a causa della loro patologia, decideranno in maniera cosciente e consapevole di non sottoporsi alle cure potranno farlo nel proprio Paese assistiti dal personale che li ha seguiti fino a quel momento e soprattutto circondati dalla presenza e dall’affetto dei familiari. Anche le 22mila ostetriche/i rappresentate da questa Federazione faranno, come sempre, il loro dovere assistendo e promuovendo la salute delle donne e del nascituro, dando a loro, ai familiari o alla persona di fiducia nominata, tutte le informazioni utili e professionalmente corrette affinché si scelga sempre per il proprio meglio. Sono certa – conclude la Presidente FNCO –, e auspico, che in quanto legge dello Stato si affronti con animo sereno e laico, continuando sempre a dare la priorità alla salute di chi si prende in carico».
Un altro aspetto molto importante della legge è quello del rapporto fiduciario tra paziente e operatore sanitario e che e la base di una informazione corretta, precisa e puntuale sulle condizioni di salute attuali e future, cui si aggiunge la non imputabilità civile e penale.
«Ritengo che fosse doveroso specificare nella legge quest’ultimo aspetto, ovvero che il mettere in atto il volere del paziente, anche quando questo va in senso diverso alla ricerca del mantenimento in vita a ogni costo, non possa essere oggetto di denuncia né civile, né penale – sottolinea la dottoressa Vicario -. Chi, come le ostetriche, lavora quotidianamente in sanità in ogni tipo di condizione, a volte anche dura da un punto di vista psicologico, conosce bene quale sia il valore e l’importanza della vita e in particolare la sua dignità. In special modo in un ambito in cui si ha a che fare contemporaneamente con adulti e neonati. Aiutare a mantenerla fino alla fine – conclude la Presidente FNCO – è uno dei compiti più complessi e più delicati cui siamo chiamati ad affrontare».