«Queste votazioni per l’Ordine di Roma, il più grande d’Italia e di tutta Europa sono state una grande prova d’unità del gruppo della lista “Medici Uniti”» dichiara Antonio Magi, Segretario generale del SUMAI fresco della nomina alla presidenza dell’Ordine dei Medici di Roma. «Ora si tratta di realizzare il nostro programma – prosegue il neopresidente – […]
«Queste votazioni per l’Ordine di Roma, il più grande d’Italia e di tutta Europa sono state una grande prova d’unità del gruppo della lista “Medici Uniti”» dichiara Antonio Magi, Segretario generale del SUMAI fresco della nomina alla presidenza dell’Ordine dei Medici di Roma. «Ora si tratta di realizzare il nostro programma – prosegue il neopresidente – di cui uno dei punti più innovativi è nominare, in ogni ASL un delegato dell’Ordine, a tutela sia della salute dei cittadini che della nostra deontologia professionale. Dovremo poi creare tutti quei servizi che faranno dell’Ordine un punto di riferimento costante per tutti i medici, per qualsiasi problema. E vogliamo creare un Osservatorio giovani, per aiutare i giovani colleghi nella ricerca del lavoro: questo, in vista anche di quella stabilizzazione dei precari, e assunzione di nuovi operatori della sanità, a cui s’è impegnato, ultimamente, il Presidente della Giunta regionale, Zingaretti».
«Facciamo gli auguri al neo Presidente Magi, al Vicepresidente con delega nazionale per la FNOMceO, Bartoletti, e a tutta la squadra che compone la nostra lista» interviene il Professore Foad Aodi, rieletto per la quarta volta al Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Roma e nominato una legislatura come Consigliere della Fondazione dello stesso Ordine. «I problemi da affrontare sono tanti – prosegue il Professor Aodi, anche Presidente dell’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI) e fondatore del Movimento internazionale, interculturale e interprofessionale – dalla lotta alla disoccupazione, alla sottoccupazione e al precariato dei medici, specialmente giovani, al fenomeno crescente e sempre più preoccupante della medicina difensiva, alla necessaria riqualificazione della professione medica, ad una, altrettanto necessaria, distribuzione dei medici nei vari presìdi sanitari del Lazio. Tutti hanno dimostrato serietà, responsabilità, compattezza».