La co-portavoce di Gcap Italia, denuncia a Sanità Informazione: «C’è ancora tanto da fare contro la discriminazione di genere e per i diritti sessuali e riproduttivi delle donne»
Rafforzare l’accesso di tutte le donne ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva. Promuovere politiche che eliminino le disparità, gli stereotipi e i pregiudizi di genere a tutti i livelli. Combattere ogni forma di violenza, da quella verbale e fisica a quella sessuale e psicologica. Queste le richieste della coalizione italiana contro la povertà nelle parole della sua co-portavoce Stefania Burbo, intervistata a margine dell’evento ‘Orizzonte e prospettive G7: dall’Italia al Canada, le raccomandazioni sulla salute globale’, che si è svolto di recente a Roma.
Tutelare la salute femminile a 360 gradi: qual è il bilancio delle azioni avviate per combattere ogni forma di violenza?
«Sicuramente c’è ancora tanto da fare. Se pensiamo ai risultati della Presidenza italiana del G7 che si conclude a fine mese, il tema della salute è stato affrontato ma c’è ancora tanto la lavorare perché non ci sono impegni finanziari concreti. A novembre, a Milano, c’è stata un’importante riunione dei Ministri della Salute dei Paesi G7 e in quell’occasione sono state affrontate varie questioni, tra le quali la salute della donna, ma non sono state esaminate tutte quelle tematiche che riguardano i loro diritti sessuali e riproduttivi. Il riconoscimento della libertà e il rispetto dei diritti delle donne richiede sforzi e azioni concrete. Ancora oggi mancano degli impegni finanziari effettivi e per questo porteremo le nostre raccomandazioni al Canada, che assumerà la Presidenza del G7 a partire dal 1 gennaio, affinché il tema della salute globale sia un tema prioritario nell’agenda del G7 dell’anno prossimo».