L’Immunoterapia potrebbe essere la nuova chiave di svolta per combattere i tumori testa-collo.I nuovi farmaci, che arriveranno in Italia entro l’estate, agiscono sul sistema immunitario stimolando una risposta positiva. Si tratta infatti di terapie che hanno come primo bersaglio non la malattia stessa, ma il potenziamento delle risposte immuni dell’individuo. Per i tumori testa-collo si […]
L’Immunoterapia potrebbe essere la nuova chiave di svolta per combattere i tumori testa-collo.I nuovi farmaci, che arriveranno in Italia entro l’estate, agiscono sul sistema immunitario stimolando una risposta positiva. Si tratta infatti di terapie che hanno come primo bersaglio non la malattia stessa, ma il potenziamento delle risposte immuni dell’individuo. Per i tumori testa-collo si intendono l’insieme di neoplasie che hanno origine nelle cavità nasali e nei seni paranasali, nella faringe, nella cavità orale, nella laringe e nelle ghiandole salivari. Il più frequente riguarda la laringe, seguito da quello del cavo orale e della faringe. I tumori testa-collo riguardano quasi esclusivamente gli adulti, soprattutto gli uomini. Oggi si contano in Italia 9500 casi totali all’anno, 7200 riguardano gli uomini, 2300 le donne. La sopravvivenza media a 1 anno è di circa l’80% che si riduce a meno del 60% a 5 anni.
«Sono farmaci innovativi, già provati, testati e alcuni di questi anche approvati dagli enti regolatori – dichiara la Prof. ssa Lisa Licitra, Direttore dell’Oncologia Medica 3 della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano – Ѐstato confermato, infatti, il beneficio di tali molecole per il paziente in alcune situazioni particolari come la malattia recidivata o metastatica. Il vero obiettivo per il futuro rimane quello di poter utilizzare questi farmaci nelle malattie curabili di usarli cioè nelle malattie localmente avanzate o addirittura in quelle allo stadio iniziale».
In questi giorni si è svolto a Milano, presso la Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori, il seminario “Il paziente anziano: le sfide di un approccio multidisciplinare e il tumore testa-collo”, organizzato dall’Istituto Nazionale dei Tumori, in collaborazione con la Fondazione don Gnocchi di Milano e gli Spedali Civili di Brescia, con la supervisione scientifica della Prof.ssa Lisa Licitra e del Dott Paolo Bossi, oncologo e ricercatore dell’Istituto dei Tumori. «La scienza sta evolvendo, inclusa quella geriatrica, con tutti i suoi strumenti necessari a valutare lo stato del soggetto anziano – continua la professoressa – L’esortazione è quella di studiare, di aprire gli occhi, di mettersi in contatto con tutte le altre discipline della medicina: non bastano i chirurghi, gli oncologi, i radioterapisti: occorre aprire gli orizzonti e guardare negli orti laterali perché lì c’è molto sapere di cui abbiamo bisogno».
«La persona anziana, soprattutto se vive sola e non è autosufficiente – ha maggiori probabilità di non essere in grado di rispettare un protocollo terapeutico – continua la Prof.ssa Licitra – La solitudine, infatti, induce all’isolamento totale, e quindi all’assenza di voglia di reagire alla malattia e di affrontare la terapia. Ma ci sono altri problemi che provocano un peggioramento delle condizioni di salute: una situazione economica precaria, la depressione, un quadro complesso di comorbidità, cioè la presenza di altre malattie oltre a quella tumorale.
«Dal convegno – specifica – è emersa la necessità di offrire trattamenti personalizzati nella popolazione anziana; è chiaro ormai che l’età da sola non basta per definire le scelte di terapie differenti, in quanto le persone anziane hanno differenti riserve funzionali e capacità di reagire ad una terapia» conclude la professoressa.