I risultati del monitoraggio presentati il 2 marzo a Bologna alla 13a Conferenza Nazionale GIMBE. La legislatura appena conclusa? «Per la sanità un insolito paradosso»
La Fondazione GIMBE monitorerà i programmi elettorali relativi a sanità, welfare e ricerca di tutte le forze politiche. «Considerato che la prossima legislatura sarà determinante per il destino del servizio sanitario nazionale – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione – tutte le forze politiche devono essere consapevoli che estromettere la sanità dall’agenda di Governo non compromette solo la salute, ma soprattutto la dignità e la capacità dei cittadini di realizzare ambizioni e obiettivi che la stessa politica dovrebbe identificare come il ritorno degli investimenti in sanità».
Ecco perché, a 5 anni dal lancio del programma #salviamoSSN, la Fondazione GIMBE esorta tutte le forze politiche impegnate nelle imminenti consultazioni elettorali a mettere nero su bianco proposte convergenti per la sanità pubblica «perché – precisa Cartabellotta – se è vero che non esiste un piano occulto di smantellamento e privatizzazione del SSN, è certo che non esiste un preciso programma politico per il suo salvataggio».
La Fondazione, avendo «il mandato etico – si legge in una nota – di analizzare in maniera indipendente le criticità del servizio sanitario e di proporre soluzioni per la sua sostenibilità», elenca alcune proposte «utili a tutte le forze politiche perché, indipendentemente dall’esito delle consultazioni, il prossimo esecutivo ha il dovere di avviare un concreto “piano di salvataggio” del SSN»:
«In assenza di un programma politico di tale portata – prosegue la nota -, la progressiva e silente trasformazione (già in atto) di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico verso un sistema misto sarà inesorabile, consegnando alla storia la più grande conquista sociale dei cittadini italiani». «Ma se anche questo fosse il destino già segnato per il SSN – continua il Presidente – il prossimo esecutivo non potrà esimersi dall’avviare una rigorosa governance della fase di privatizzazione, al fine di proteggere le fasce più deboli della popolazione e ridurre le diseguaglianze». I risultati del monitoraggio saranno resi pubblici il 2 marzo 2018 a Bologna, in occasione della 13a Conferenza Nazionale GIMBE.
La Fondazione presenta anche un bilancio della legislatura da poco conclusa, «che per la sanità è stata caratterizzata da un insolito paradosso. Da un lato un’intensa attività legislativa e programmatoria ha posto numerose pietre miliari: dal decreto sui nuovi LEA alla legge sulla responsabilità professionale, dal decreto sull’obbligo vaccinale all’albo nazionale per i direttori generali, dal patto per la sanità digitale ai fondi per i farmaci innovativi, dal Piano Nazionale della Cronicità a quelli della Prevenzione e della Prevenzione vaccinale, dagli standard ospedalieri al decreto sui piani di rientro degli ospedali, dal biotestamento all’approvazione al fotofinish del DDL Lorenzin. Dall’altro, la legislatura è trascorsa sotto il segno di un imponente definanziamento che, oltre a determinare una progressiva retrocessione rispetto ad altri paesi Europei, sta mettendo seriamente a rischio l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, ma soprattutto testimonia uno scollamento tra le esigenze di finanza pubblica e la programmazione sanitaria. Inoltre, dopo la bocciatura del referendum costituzionale, nessun passo in avanti è stato fatto per migliorare la governance di 21 differenti sistemi sanitari, anzi si sono moltiplicate le richieste di maggiore autonomia da parte delle Regioni», conclude la nota.