Nutri e Previeni 16 Luglio 2019 12:50

Anoressia: scoperte le basi genetiche

Sono otto i geni che danno corpo all’anoressia individuati nel più ampio studio mai condotto sull’argomento. Pubblicata su Nature Genetics, la ricerca è stata condotta presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill e il King’s College di Londra, e suggerisce la doppia origine dell’anoressia, legata sia ad alterazioni metaboliche sia psichiatriche. Lo studio […]

Anoressia: scoperte le basi genetiche

Sono otto i geni che danno corpo all’anoressia individuati nel più ampio studio mai condotto sull’argomento. Pubblicata su Nature Genetics, la ricerca è stata condotta presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill e il King’s College di Londra, e suggerisce la doppia origine dell’anoressia, legata sia ad alterazioni metaboliche sia psichiatriche.

Lo studio si è basato sull’analisi e il confronto dei dati genetici di quasi 17 mila pazienti con il disturbo alimentare e oltre 55 mila individui di controllo sani. L’anoressia nervosa è una malattia complessa e grave: tra i disturbi psichiatrici è quella che fa più vittime. Gli esperti hanno confrontato l’intero genoma di pazienti (arruolate in due maxi-studi sui disturbi alimentari) e individui di controllo e identificato 8 geni collegati al disturbo in modo significativo. La scoperta di questi geni permette di tracciare dei contorni più definiti della malattia, spiega l’autrice del lavoro Cynthia Bulik.

E’ emerso che i geni correlati all’anoressia sono già noti per il loro ruolo in disturbi depressivi e ossessivi compulsivi, ma anche nella predisposizione all’attività fisica (molte persone anoressiche svolgono intensa attività fisica) e ad alterazioni del metabolismo. Secondo gli esperti, questi risultati sono la prova che l’anoressia ha un doppio volto: è al tempo stesso una malattia psichiatrica e metabolica, ed entrambi gli aspetti del disturbo vanno considerati per sviluppare dei trattamenti più adeguati. “Le anomalie metaboliche viste nei pazienti con anoressia sono quasi sempre attribuite al digiuno, alla fame – sottolinea Gerome Breen, del King’s College – ma il nostro studio dimostra che le alterazioni metaboliche potrebbero in realtà precedere e contribuire allo sviluppo del disturbo. La nostra analisi mostra che i fattori metabolici potrebbero avere un ruolo altrettanto determinante che quelli psichiatrici”.

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