Iniziati oggi i test per la formazione specialistica. SIGM in prima linea per evitare irregolarità
Al via i quiz di ammissione alle scuole di specializzazione in medicina. Si comincia oggi con la prova generale, e si prosegue domani con la prova di area medica, il 30 con quella di area chirurgica, per finire il 31 quella dei servizi clinici.
Ma, ancora una volta, ad accompagnare i test un mare di polemiche. Solo pochi giorni fa il Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi ha lanciato la petizione per chiedere al Ministero dell’Istruzione che venissero garantiti i presupposti per un regolare svolgimento delle prove stesse.
Lo scopo è quello di scongiurare il verificarsi, nel corso delle selezioni, di tutte quelle criticità che possano vanificarne il valore e che fin troppo spesso hanno falsato i risultati fino al più recente passato.
Nello specifico, la petizione ha chiesto che nel corso dei test venga garantita la presenza in sede delle Forze dell’Ordine, di un adeguato numero di Commissari e sorveglianti e di almeno un Commissario Ministeriale esterno all’ambito regionale. Necessaria è inoltre l’assenza totale di potenziali conflitti di interesse tra Commissari e sorveglianti ed i candidati e l’impossibilità di interazione tra questi ultimi. Richiesta anche l’adozione di ogni accorgimento per impedire l’utilizzo, da parte degli studenti, di qualsiasi supporto tecnologico.
L’iniziativa ha raccolto in poco tempo l’adesione di circa mille futuri camici bianchi e quella del Segretariato Italiano Giovani Medici. “Saranno migliaia gli aspiranti specializzandi – dichiarano dal SIGM – che sosterranno le prove di ammissione alle scuole di specializzazione in medicina e moltissima è la paura che si ripetano i disservizi e le presunte irregolarità, che, secondo le moltissime segnalazioni pervenuteci, si sarebbero registrate durante le prove di accesso ai corsi regionali di formazione specifica di medicina generale”.
Dal canto suo, il Miur, recependo le richieste avanzate dalle due organizzazioni, ha emanato una circolare a tutte le Università, stabilendo che non dovranno far parte del personale di sorveglianza docenti dei corsi o delle specializzazioni in medicina. Un passo in avanti che ha come fine quello di rendere più omogenea la composizione delle commissioni nelle varie sedi.