di Aldo Grasselli, presidente FVM (Federazione Veterinari e Medici)
«L’ARAN ci convochi, distribuisca subito, con un contratto ponte, le poche risorse di cui dispone realmente sulle parti fisse degli stipendi e l’anno prossimo entriamo nel merito del vero contratto normativo ed economico 2019/2021.
Il continuo rimbalzo di responsabilità tra Governo e Regioni non si può più sopportare. Come una cambiale che non si vuole onorare, i ministri sganciano le responsabilità sul contratto alle Regioni, le Regioni chiedono soldi ai ministri per poter onorare il loro obbligo datoriale di rinnovare i contratti. Nel mentre incombe e condiziona il lessico politico una campagna elettorale stucchevole nella quale sembrano diventate possibili imprese sino a dicembre impossibili. I medici i veterinari, i farmacisti i dirigenti sanitari sono sul piede di guerra, ma hanno ben due fronti mobili contro i quali misurarsi. Non sarà una partita facile, ma soprattutto se non ci sarà una immediata risposta sul piano economico (la più semplice ancorché irrisoria) l’esito finale sarà con tutta probabilità ancora una volta trascinato oltre l’anno. Questo sarebbe estremamente demotivante per il personale del Ssn che ha retto questi dieci anni di crisi e definanziamento sopperendo alle richieste dell’utenza, proteggendo la salute con una prevenzione ancora per poco efficace, mentre i politici – dopo una finanziaria di mance che ha dimenticato la sanità – stanno blandendo tutti con promesse temerarie. Dopo 10 anni di attesa, mancando risorse fresche (la legge di bilancio eroga qualcosina dal 2019), quindi tutt’al più, si può affrontare nell’immediato solo un “contratto ponte” meramente economico per chiudere in quest’anno, con le poche risorse presenti in cassa (appena sufficienti per distribuire gli 80 euro, ormai mitologici come la battaglia del grano e la tessera del pane) la partita economica degli arretrati sino al 2018. A fine anno valuteremo la legge di bilancio del nuovo governo, frutto della maggioranza imprevedibile che uscirà da questa munifica campagna elettorale, per verificare la rispondenza degli atti economici del governo alle promesse di questi giorni. Solo a quel punto – nel 2019 – potremo considerare di negoziare le innovazioni normative del prossimo contratto (ormai 2019/2021) che sembrano essere così importanti per i tecnici delle Regioni e che sicuramente stanno molto a cuore anche a chi nel Ssn ci lavora. Senza investimenti non si fanno riforme, e nel caso della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, il contratto, che rappresenta il principale strumento per innovare i modelli funzionali e le linee di produzione della salute, potrà essere innovativo ed efficace solo se le Regioni rimetteranno in circolo le risorse che in questi 10 anni hanno risparmiato sul personale».