Nel mese mondiale del glaucoma, al via la campagna di sensibilizzazione #soloperituoiocchi. «È una malattia asintomatica, quindi è fondamentale sottoporsi a visite oculistiche periodiche»
Gennaio è il mese mondiale del glaucoma. Una malattia subdola, che non riguarda solo gli occhi, di cui un malato si accorge solo quando è già in stato avanzato, non causata necessariamente dall’aumento della pressione oculare e che non colpisce solo le persone anziane. Proprio per far luce su una malattia più comune di quanto si pensi e per confutare una serie di credenze comuni, il Web Health Information Network (WHIN) ha organizzato a Roma un incontro dedicato al glaucoma, lanciando anche una campagna di sensibilizzazione sul tema tramite l’hashtag #soloperituoiocchi.
Il glaucoma è una malattia che colpisce il nervo ottico e che comporta, negli anni, danni permanenti alla vista: il paziente vede bene, ma vede solo una piccola porzione, come se guardasse attraverso un foglio di carta arrotolato.
Nel mondo sono circa 55 milioni le persone affette da glaucoma; di queste, 25 milioni hanno perso la vista del tutto o in parte. In Italia i glaucomatosi sono circa un milione, ma una persona su due non sa di esserne affetta: inizialmente, infatti, il glaucoma non presenta sintomi; ci si accorge di star perdendo la vista quando la capacità visiva è stata irrimediabilmente ridotta già del 40%.
Ecco quindi che la prevenzione è l’unica strada percorribile per intervenire in tempo. Per prevenzione si intende quella secondaria, la diagnosi precoce, per la quale è sufficiente una visita oculistica, da ripetere circa ogni anno, specialmente dopo i 40 anni, ci sono casi precedenti in famiglia, si soffre di miopia elevata o si sono assunti a lungo farmaci cortisonici.
Ma da cosa è causato è il glaucoma? In condizioni normali, all’interno dell’occhio è presente un liquido, l’umor acqueo, che viene continuamente prodotto e riassorbito. In un occhio sano la produzione e il deflusso di umor acqueo sono in equilibrio perfetto; ma quando l’umor acqueo è prodotto in eccesso o quando c’è un ostacolo al suo deflusso si ha un aumento della pressione oculare, che a lungo andare danneggia il nervo ottico.
«Attenzione, però – avverte il dottor Michele Figus, oculista presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana -. L’equazione glaucoma = pressione intraoculare elevata non è sempre vera. Se è infatti vero che la pressione oculare è il fattore di rischio più importante per sviluppare la malattia, non è sempre presente in tutte le forme con cui la stessa malattia può presentarsi, tant’è vero che esiste un tipo di glaucoma definito ‘a pressione normale’». Si stima infatti che dal 30% al 70% dei soggetti con glaucoma ne hanno una forma indipendente dalla pressione oculare alta.
Anche se il glaucoma colpisce il 3% della popolazione con più di 40 anni, non è una malattia che riguarda solo gli anziani: il glaucoma può infatti manifestarsi a qualsiasi età. «Il glaucoma congenito – specifica il professor Michele Rinaldi, docente di oftalmologia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli – si presenta già alla nascita con una prevalenza di 1 su 27mila nati in Europa. Si tratta della seconda causa di cecità infantile nel mondo».
Ma la conseguenza del glaucoma non è solo la perdita della vista. La riduzione del campo visivo e il peggioramento della vista portano con sé altri problemi non indifferenti, che influiscono sulla qualità della vita dei pazienti: aumentano ad esempio le probabilità di cadere e si riscontrano maggiori difficoltà alla guida. «Specie quando la riduzione del campo visivo interessa la porzione inferiore – spiega il Professor Carlo Nucci, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica presso il Policlinico Universitario di Roma Tor Vergata – la persona ha maggiori difficoltà a vedere le buche per strada, i gradini e le scale ed è più facile cadere oppure urtare contro qualcosa. Si è inoltre visto – prosegue – che pazienti con un difetto del campo visivo avanzato presentano maggiori difficoltà alla guida, specie per quel che riguarda l’individuazione di ostacoli che compaiono nella periferia del campo visivo, perché vedono bene quello che hanno di fronte agli occhi ma possono avere difficoltà a vedere una macchina, una persona o un altro mezzo che improvvisamente sbuca da una via laterale».
Viste le conseguenze anche importanti che il glaucoma ha sulla qualità della vita, ricevere una diagnosi di glaucoma non è semplice: secondo i dati di uno studio condotto dalla Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e dall’Istituto Beato Palazzolo di Bergamo, oltre il 70% dei pazienti ha avuto un approccio emotivo negativo alla diagnosi: il 35,7% ha avuto paura di diventare cieco, il 26,7% ha provato ansia, ma spesso c’è anche una forma depressiva. «Le conseguenze psicologiche – continua il Professor Nucci – sono legate non solo alla paura di diventare cieco, ma anche alla consapevolezza che questa condizione peggiora di anno in anno, provocando difficoltà di deambulazione, problemi nella lettura ed addirittura nel riconoscimento degli oggetti e dei volti».
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