Il tavolo organizzato dal Ministero della Salute per un’azione coordinata su App mediche e telemedicina
Le esigenze dei cittadini europei stanno cambiando e, di pari passo, devono cambiare le tecniche usate per curare la loro salute. Per questo motivo il Ministero guidato da Beatrice Lorenzin ha organizzato, all’interno del semestre europeo a presidenza italiana, una conferenza ministeriale sul tema della Sanità elettronica.
Nella due giorni che ha avuto luogo la scorsa settimana a Roma, a cui hanno partecipato esponenti di spicco della sanità provenienti da vari Paesi dell’Ue, si è infatti parlato di telemedicina, mobile Health, Fascicolo Sanitario Elettronico, in un confronto che ha evidenziato come la nuova sanità possa, da un lato, migliorare l’accesso alle cure e, dall’altro, contribuire ad accrescere l’efficienza e la sostenibilità dell’intero sistema.
Per riuscire nell’intento è opportuna un’azione coordinata a livello europeo, traendo il meglio, laddove possibile, dalle “best practice” poste in essere dagli Stati membri. Prendiamo ad esempio l’esperienza portoghese, che nonostante la profonda crisi economica in cui il Paese lusitano versa da anni, è riuscito ad ottenere buoni risultati nel campo della telemedicina grazie ad un approccio “centralizzato a livello governativo, con la strategia delle due M: multi – dispositivo, multi – utente, per ottimizzare l’efficacia e ridurre i costi” come ha sottolineato Henrique Martins, presidente del Comitato per la eHealth presso il Ministero della Sanità portoghese. O ancora come la Francia, la cui strategia per l’implementazione delle telemedicina, spiega Michéle Thonnet (Ministero della Sanità francese) “si sta concentrando soprattutto sull’esportare questa pratica anche fuori dagli ospedali, a vantaggio di determinate categorie di persone che ne trarrebbero giovamento, come, ad esempio, anziani e carcerati”.
Ritenuto fondamentale però, all’unanimità, un accordo sulla cornice etico – legale in cui opererà questo nuovo modo di “fare sanità”, soprattutto relativamente alla tutela della privacy. Una problematica che investe soprattutto il mondo della mobile Health – evoluzione della eHealth – e delle App mediche, su cui la Commissione europea ha emanato un libro verde e stabilito che, in fase di progettazione, l’impatto sulla privacy dev’ essere valutato sia a monte che in itinere. Senza trascurare che, come ha sottolineato l’avvocato Chiara Rabbito, della Società Italiana di Telemedicina e sanità elettronica (SIT), “aumentando gli attori in gioco, va rivisto il modello di ripartizione delle responsabilità. Una condizione necessaria per integrare la telemedicina all’interno del Servizio sanitario nazionale”.