È stata la salmonella ad uccidere, a metà del Cinquecento, l’80% della popolazione azteca, circa 15 milioni di persone. Si tratta della seconda epidemia più grave per tasso di mortalità della storia dell’umanità, preceduta solo dalle Pesta Nera che, nella metà del XIV secolo, uccise in Europa 25 milioni di persone. È più di un […]
È stata la salmonella ad uccidere, a metà del Cinquecento, l’80% della popolazione azteca, circa 15 milioni di persone. Si tratta della seconda epidemia più grave per tasso di mortalità della storia dell’umanità, preceduta solo dalle Pesta Nera che, nella metà del XIV secolo, uccise in Europa 25 milioni di persone. È più di un secolo che gli studiosi dibattono sulla causa della strage: si è pensato al tifo, al vaiolo, al morbillo, alla peste pneumonica, alla parotite e all’influenza; ma adesso lo studio pubblicato sulla rivista “Nature Ecology and Evolution“, condotto dai ricercatori dell’Universita’ di Tubinga, con la collaborazione del Max Planck Institute for the Science of Human History, dell’Università di Harvard e dell’Instituto Nacional de Antropologi’a e Historia, rivela che responsabile della strage è stata la salmonella enterica, conosciuta come S. Paratyphi C. che non lasciava scampo: la vittima moriva in soli 4 giorni dopo lunghe ore di mal di testa, di febbre alta e di sanguinamento da occhi, naso e bocca.
Le ricerche sono state condotte sui denti (la parte più protetta dagli agenti ambientali) prelevati da 29 scheletri rinvenuti nel cimitero azteco Teposcolula-Yucunda, nello stato dell’Oaxaca, nell’attuale Messico. «Abbiamo testato tutti i batteri patogeni e i virus per i quali disponiamo di dati genetici antichi e la salmonella era l’unico che coincidesse» ha dichiarato Alexander Herbig dell’Università Tubinga. «Non possiamo essere sicuri che la Salmonella sia l’unico responsabile della strage, ma di sicuro è un forte candidato». La più grande difficoltà incontrata dai ricercatori sta nel fatto che in alcuni casi i sintomi causati da infezioni di diversi batteri o virus fossero molto simili, che tra l’altro negli ultimi 500 anni potrebbero essere cambiati.
Non si tratta però dell’unica epidemia che ha colpito gli aztechi: vent’anni prima un’epidemia di vaiolo aveva ucciso dai 5 agli 8 milioni di persone. Pochi anni dopo una terza pestilenza colpì gli stessi territori con un bilancio compreso tra gli 8 e i 17 milioni di vittime. A monte, la responsabilità di tutte le stragi che hanno colpito le Americhe nel corso del Cinquecento è in capo agli invasori guidati da Hernan Cortez e agli animali domestici trasportati a bordo delle navi. Sebbene i virus non fossero così pericolosi per gli europei, si rivelarono fatali per gli aztechi, il cui sistema immunitario era del tutto disarmato per fronteggiarli.