Salute 30 Gennaio 2018 13:40

Chirurgia della cornea, ecco il collirio con il Nerve Growth Factor (NGF) scoperto dalla Montalcini

La ricerca le valse il Premio Nobel per la Medicina: l’oftalmologa Rita Mencucci rivela: «Incredibili le potenzialità della proteina in campo oftalmico e non solo»

Negli ultimi anni si è assistito ad una vera e propria rivoluzione nel campo della chirurgia della cornea: nuove sperimentazioni, terapie e approcci chirurgici che saranno analizzati nel corso del XXII Congresso Nazionale della  S.I.TRA.C – Società Italiana Trapianto di Cornea e Superficie Oculare. L’evento si terrà dal 22 al 24 febbraio al Palazzo dei Congressi di Firenze e riunirà i massimi esperti di cornea – nazionali ed internazionali – per tre giornate all’insegna delle innovazioni più interessanti in campo oftalmico. Al centro del dibattito, l’aggiornamento sul fattore di crescita neurotrofico (NGF) scoperto dalla Professoressa Rita Levi Montalcini e oggi in attiva fase di ricerca e sviluppo terapeutico da parte di un team italiano di cui fa parte la dottoressa Rita Mencucci, specialista in oftalmologia all’ospedale Careggi e organizzatrice del meeting di quest’anno.

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Dottoressa, quali sono le potenzialità della proteina scoperta dalla Montalcini?

«Fin dalla sua scoperta, il fattore di crescita nervoso (NGF) ha occupato un ruolo centrale nelle ricerche in campo neurobiologico grazie alle importanti funzioni neuronali che possiede. La molecola, infatti, agisce sulla crescita e sopravvivenza dei neuroni del sistema simpatico periferico e su altre cellule del tessuto cutaneo, adiposo, del sistema immunitario ed endocrino. Permette una potenziale applicazione in diversi campi: dal trattamento dei disordini neurologici alla gestione delle ulcere. In campo oftalmico, l’NGF ha come target la cornea, l’epitelio congiuntivale, i fibroblasti, l’endotelio, le cellule del sistema immunitario, i nervi sensoriali e la produzione lacrimale. Per questo, è coinvolto in diverse malattie della superficie oculare con diverse cause».

Lei sta lavorando ad una nuova terapia che utilizza il fattore di crescita. Di cosa si tratta e quali patologie oculari saranno trattate con questo nuovo farmaco?

«Il nostro gruppo ha partecipato agli studi clinici volti a testare sicurezza ed efficacia di un collirio a base di Cenegermin (la versione ricombinante di NGF umano) in particolari malattie della cornea. È stata, infatti, da poco autorizzata la commercializzazione del farmaco in Italia per il trattamento di pazienti con cheratopatia neurotrofica ed ulcere corneali che non regrediscono con l’uso di sostituti lacrimali e/o lenti a contatto ad hoc. Il collirio consentirà di rispondere ai bisogni dei pazienti affetti da questa patologia oculare gravemente invalidante che può provocare severi danni alla cornea con conseguente progressiva perdita della visione e che sino a oggi è stata sprovvista di farmaci approvati. Molti studi hanno evidenziato, infatti, la completa guarigione corneale nella quasi totalità dei pazienti in 8 settimane di trattamento, con miglioramento della sensibilità e della produzione del film lacrimale. Sono in corso sperimentazioni anche per il trattamento dell’occhio secco. Inoltre, altre ricerche hanno evidenziato nuove prospettive terapeutiche per il trattamento di malattie del nervo ottico quali il glaucoma e di malattie degenerative retiniche (maculopatie e retinite pigmentosa), ed hanno aperto la strada a future applicazioni terapeutiche nell’infarto del miocardio, nel danno spinale o nel campo delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale come l’Alzheimer».

Le terapie con il fattore di crescita possono sostituire le operazioni chirurgiche?

«NGF è il primo farmaco approvato nel trattamento di una patologia corneale altamente invalidante che può necessitare di trattamento chirurgico. L’uso di NGF potrebbe scongiurare o almeno procrastinare l’intervento».

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