Ricorsi e continue sentenze favorevoli agli studenti stanno dando il colpo di grazia ai test d’accesso a Medicina ancora prima della riforma annunciata dal ministro Giannini
Ricorso dopo ricorso, sentenza dopo sentenza, si infliggono colpi sempre più duri, e meglio assestati, al Numero Chiuso. Un sistema che si sta sbriciolando, mostrando limiti e contraddizioni che da anni agitano gli studenti e ingolfano la giustizia italiana.
Ma ora gli effetti “collaterali” li stanno pagando soprattutto gli atenei: prove annullate e riammissioni in sovrannumero stanno mandando in tilt le Università, ormai chiaramente in balia del caos dei test di ammissione. Quelli per la facoltà di Medicina, proprio nel 2014 ed in particolare in queste ultime settimane, hanno sollevato un polverone attraverso il quale – secondo i ben informati – si velocizzerà l’iter per l’abolizione a cui punta il ministro all’Istruzione Stefania Giannini. Si passerà, nonostante un corposo fronte di contrari, al “modello francese” con porte aperte per tutti e selezione a step durante il corso di laurea.
Nel frattempo, però, ci pensano i Tribunali a delegittimare il Numero Chiuso. Dopo la recente riammissione di 500 studenti tra Napoli e Bari, nei giorni scorsi il Tar di Palermo ha dichiarato illegittimo il test dell’8 aprile scorso per l’ammissione ai corsi di Medicina e Odontoiatria alle Università di Palermo, Catania e Messina (per queste ultime si è espresso il Tar del Lazio perché quello siciliano si era dichiarato incompetente). È stata ritenuta fondata “la censura relativa alla violazione della regola dell’anonimato in ragione dell’apposizione, sulla scheda anagrafica e in quella contenente i quesiti, oltre che del codice a barre, anche del codice alfanumerico di identificazione, il che per giurisprudenza costante, anche di questo Tar, comporta la violazione del principio dell’anonimato”.
Dovranno insomma essere ammessi almeno altri 500 aspiranti camici bianchi a Medicina. Ora sono, dunque, più di 3000 le matricole in sovrannumero rispetto ai 10.500 vincitori delle selezioni ma il numero potrebbe salire ancora. Si attendono, proprio in questi giorni, nuove sentenze che non faranno altro che aumentare il caos e dare una decisa accelerata ad un cambiamento ormai improcrastinabile.