Il Tar riammette altri 500 aspiranti medici. Università in tilt
Le immagini di cittadini albanesi che arrivavano in Italia a caccia di speranze sono ormai sbiadite. Ma sono anche anacronistiche. I tempi sono infatti cambiati ed i ruoli si stanno invertendo.
L’Adriatico ora si percorre al contrario ed è innegabile che Tirana stia diventando una meta ambita per nuove forme di business “made in Italy” ed altre opportunità.
È il caso degli studenti che, per aggirare i test d’ammissione in Italia (la fragilità del sistema del Numero Chiuso è ormai sotto gli occhi di tutti) vanno a colpo sicuro in altri Paesi europei, come Romania, Spagna e soprattutto Albania. Proprio qui le ammissioni sembrano essere decisamente morbide, come testimonia l’ondata di italiani immatricolati. Un fenomeno talmente dilagante che ha costretto anche il ministro all’Istruzione Stefania Giannini ad un drastico intervento, stringendo un accordo con Paolo Ruatti, il rettore dell’Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana che rilascia lauree congiunte con alcuni atenei italiani. In virtù del “patto-studio” tra Italia e Albania per farsi ammettere bisognerà faticare il doppio ed i posti saranno più che dimezzati, passando dalle 280 matricole italiane (a fronte di 642 domande presentate) dello scorso anno accademico alle 110 di quello che sta per iniziare. L’accordo siglato soddisfa la FNOMCeO, che aveva più volte denunciato il caso. Per il segretario generale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Luigi Conte si “tratta di un passo in avanti, ma comunque un risultato parziale e fatto in gran parte per l’opinione pubblica fortemente avversa”.
Il caso ha contribuito comunque a tener accesi i riflettori sul tema caldo del Numero Chiuso. Mentre tiene banco il dibattito tra favorevoli e contrari alle prove selettive d’accesso ed il Governo si lancia verso il modello francese aprendo un altro fronte di discussione, si rafforza la consapevolezza che si debba comunque rimodulare l’attuale sistema. Attraverso le recenti sentenze – l’ultima quella del Tar di Napoli che solo la scorsa settimana ha riammesso altri 500 studenti – non si corre solo il rischio di mandare in tilt l’organizzazione universitaria per via delle riammissioni in sovrannumero (ai 10.500 vincitori delle prove ne sono stati aggiunti altri 2.500 attraverso i ricorsi), ma si presta anche il fianco ai rimborsi che si possono ottenere per il ritardato ingresso nel mondo del lavoro. Un salasso a carico dello Stato e quindi dei contribuenti.
Per info: www.numerochiuso.info oppure numero verde 800.122.777