Intervista esclusiva a Riccardo Cassi (presidente CIMO): “Caos completo, ospedalieri a rischio per la colpa grave”
Neanche i camici bianchi che lavorano nel Ssn possono dormire sonni tranquilli. La recente entrata in vigore dell’obbligo assicurativo, valido solo per i medici privati, non esenta i professionisti pubblici dall’assicurarsi contro colpa grave e dolo.
Contemporaneamente, però, anche le Asl sono state escluse dal medesimo obbligo. Una situazione che crea caos e insicurezza. Abbiamo chiesto a Riccardo Cassi, presidente CIMO (Sindacato dei Medici), un aiuto per capirne di più.
La recente entrata in vigore dell’obbligo assicurativo ha creato incertezze e confusione nei medici.
Il problema assicurativo esploso circa un mese fa riguarda tutti i medici, pubblici e privati: i dipendenti ospedalieri a rapporto esclusivo sono esentati dall’obbligo di stipulare un’assicurazione in quanto il risarcimento al cittadino deve provenire in prima istanza dalla struttura in cui opera, la quale però si rivarrà proprio sul camice bianco nel caso di dolo o colpa grave. Per quanto riguarda invece i professionisti privati, sappiamo tutti che da metà agosto devono stipulare un’assicurazione per non rimanere con le spalle scoperte.
Cosa si è fatto e cosa si può fare per semplificare questa situazione?
Tempo fa furono istituiti due tavoli tecnici ministeriali per discutere la questione ed è questo il motivo per cui l’obbligo è stato rinviato. Nonostante gli sforzi, però, non si è arrivati a soluzioni condivise. Da qui, il caos. Il Parlamento deve dunque intervenire con decisione per regolamentare l’intero sistema. La possibilità c’è: in questo momento, alla Camera sono presenti addirittura sette Disegni di legge sul tema.
Più che un obbligo, dunque, un onere. Parliamo della formazione, altro elemento cardine della professione medica. La FAD rappresenta la chiave per renderla più snella?
La Formazione a Distanza è senz’altro un’ottima soluzione da accompagnare, ovviamente, alla crescita professionale derivante dal lavoro giornaliero sul campo. Il nostro sindacato ne è consapevole e si sta battendo molto perché venga dato più spazio a tutto ciò che può valorizzare la professionalità del medico. Ultimamente, tra le altre cose, è stato varato il Piano Nazionale Esiti che valuta i risultati raggiunti dalle equipe: questo spinge il medico a tenere sempre ad alti livelli il suo grado di aggiornamento e, dunque, di competenza.