Anche la principale realtà di tutela della classe medica appoggia la posizione di Andrea Silenzi, Presidente SIGM: «Felici che il tema della programmazione dei medici sia entrato nel dibattito della campagna elettorale. Prioritaria nuova programmazione quali-quantitativa metodologicamente fondata»
Riprogrammare la sanità del futuro, affrontando la preoccupante questione della carenza dei medici con una visione prospettica completamente diversa, orientata al futuro e non al mero dato storico. Consulcesi sposa la linea proposta da Andrea Silenzi, Presidente del SIGM (l’Associazione Italiana Giovani Medici) in una intervista all’interno di “Circo Massimo”, la trasmissione di Radio Capital curata dal giornalista Massimo Giannini. Un intervento che offre una chiave di lettura diversa alle preoccupazioni relative al ricambio generazionale ostacolato dall’imbuto formativo e dal blocco del turn over.
Anche Consulcesi, realtà di riferimento per oltre 100mila medici, sostiene la tesi del presidente dell’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM), lanciando un appello a trasformare questa criticità in un’occasione per riprogrammare la sanità. «In Italia – sostiene il Presidente di Consulcesi Group, Massimo Tortorella – nei prossimi anni assisteremo inermi a una vera e propria emorragia di camici bianchi, ciò a causa dei pensionamenti degli ospedalieri e dei medici di base. Il paradosso è che nel frattempo i giovani medici che li dovrebbero sostituire sono tenuti ai margini del sistema. Una situazione figlia di scelte del passato che non hanno tenuto conto dell’impatto che avrebbe avuto sul nostro Sistema Sanitario Nazionale la mancata programmazione del numero e della tipologia di medici ma anche degli altri professionisti sanitari (definiti in letteratura, nel loro complesso, come “Healthcare Workforce”».
«Siamo felici che il tema della programmazione dei medici sia entrato nel dibattito della campagna elettorale – ha spiegato il Presidente SIGM Andrea Silenzi intervenuto a “Circo Massimo”, trasmissione condotta su Radio Capital da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto – ma è opportuno non fermarsi al mero dato storico. Possiamo cercare una nuova chiave di lettura, analizzare il caso ad esempio dal punto di vista socio-demografico ed epidemiologico e capire, così, che non c’è in Italia un problema numerico bensì di possibilità di inserimento appropriato dei giovani medici italiani nel SSN: i medici ci sono, ma vanno messi nelle condizioni di poter operare in Italia e contribuire al mantenimento di un Sistema Sanitario Nazionale pubblico ed universalistico. Bene che si siano accesi i riflettori sul tema in campagna elettorale ma attenzione alle soluzioni proposte, il dato storico e il solo calcolo per posto-letto è anacronistico per una sanità sempre più a trazione territoriale chiamata a gestire la sfida della longevità e delle malattie croniche. È prioritaria una nuova programmazione quali-quantitativa metodologicamente fondata».
Il risultato è una classe medica sempre più anziana e prossima alla pensione, con un esercito di giovani pronti a dare nuove energie al SSN senza, però, poterlo fare, e sempre più spesso costretti ad emigrare. Questa fuga porterà paradossalmente a dover “importare” medici dall’estero per andare a colmare il vuoto di professionisti sanitari.
«La sfida, che dovrebbe essere al centro dell’agenda politica in vista delle prossime elezioni, è quindi quella di rendere accessibile la professione medica ai meritevoli. Per questo – conclude il presidente Tortorella – l’imminente appuntamento elettorale può diventare un momento decisivo per ripensare la programmazione della sanità italiana nell’ottica di una necessaria evoluzione della professione per poter rispondere al meglio ai mutati bisogni di salute degli italiani, soprattutto in tema di cronicità».