L’attore protagonista del Film “Sconnessi” e il Presidente Consulcesi lanciano l’iniziativa dedicata a medici e pazienti per formarsi e informarsi sulle dipendenze da Internet e social network
L’utilizzo di pc, smartphone, tablet e app ormai fa parte della quotidianità lavorativa e sociale di tutti noi. Comunichiamo con WhatsApp, condividiamo tramite Facebook postiamo le nostre foto su Instagram. E ancora: chiamiamo e videochiamiamo con skype, ascoltiamo musica e vediamo serie tv e film in streaming. E non ci accorgiamo che, così facendo, passiamo molto tempo della nostra giornata, troppo tempo, connessi alla rete. Iperconnessi sì, ma spesso soli, presenti fisicamente agli altri ma “distratti” continuamente dallo smartphone e dai social.
«È un film divertente ma allo stesso tempo molto serio: rappresenta, di fatto, il paradosso del nostro secolo: siamo sempre “iperconnessi” ma spesso “distanti” dai reali legami sociali», così Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi e CEO di Falcon Production che ha co-prodotto il film , descrive “Sconnessi” di Christian Marazziti, dal 22 febbraio nelle sale cinematografiche di tutta Italia. «L’abuso della nuove tecnologie, del web e dei social network può essere un problema – continua Tortorella -. Domandiamoci quanto l’iperconnessione faccia bene alla nostra vita».
“Sconnessi” è una commedia che analizza la dipendenza da Internet (I.A.D. Internet Addiction Disorder) attraverso la storia di Ettore (Fabrizio Bentivoglio), uno scrittore famoso in cerca di ispirazione, totalmente contrario ad App e social network. Per festeggiare il suo compleanno e migliorare i rapporti tra i suoi figli e la sua nuova compagna, incinta, decide di riunire tutta la famiglia per un weekend nel suo chalet di montagna. Tutti i personaggi soffrono di “nomofobia”, quello stato di agitazione che si manifesta quando non è possibile usare il telefono cellulare, vuoi perché non prende, vuoi perché non c’è campo. Ed è proprio ciò che accade nel film: improvvisamente, a causa di un misterioso blackout, tutti si trovano “sconnessi” dalla rete e “riconnessi” alla vita reale fatta di confronti, emozioni, sostegno e condivisioni: una carrellata di gag comiche portano al lieto fine.
Dunque, “Sconnessi” è un film che vuole far sorridere riflettendo: al di là dei benefici e degli enormi vantaggi che gli strumenti digitali ci offrono, è necessario fermarsi un momento a riflettere sull’abuso delle nuove tecnologie non solo a livello individuale ma anche collettivo. «Sono orgogliosa del fatto che grazie al film sia partita l’iniziativa #SconnessiDay, che invita tutti a fermarsi almeno un’ora al giorno per riunire la famiglia e tornare ai vecchi tempi, a parlarsi e confrontarsi realmente» sostiene Giulia Elettra Gorietti, tra i protagonisti del film.
È così indispensabile trascorrere così tanto tempo online? Siamo consapevoli del perché ne siamo così attratti e soprattutto, cosa succede se ce ne priviamo? Il messaggio del film “Sconnessi” è chiaro: «Tornare a comunicare vis-à-vis senza nascondersi dietro ad uno schermo e con la testa sempre piegata su uno smartphone» ribadisce Ricky Memphis, tra gli attori principali del cast.
L’abuso del web ha effetti e conseguenze sul nostro corpo e sulle relazioni con i nostri amici, familiari e compagni. E non solo. La paura di restare sconnessi ci rende insicuri, vulnerabili. «Se penso a qualche anno fa, il mio terrore era quello di perdere il portafoglio o le chiavi di casa; oggi se esco di casa e non ho lo smartphone mi sento quasi indifeso – confida il Professor Orazio Schillaci, Preside della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata -. Non possiamo fare a meno di internet ma dobbiamo usarlo con intelligenza: il rischio è prendere per vero tutto ciò che circola in rete, soprattutto le informazioni in campo sanitario» avvisa il professore.
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