E il Governo riunisce intorno a un tavolo le parti coinvolte per trovare una mediazione su costi e sanzioni
I buoni affari, spesso anche i migliori, si fanno anche sotto l’ombrellone. Comodamente sdraiati, magari sorseggiando una bibita fresca e leggendo sul giornale le nuove disposizioni di legge per l’obbligo di POS.
Ma se tra asciugamano, pareo e crema abbronzante ci si è dimenticati il contante? Non è un problema. Ora, infatti, pure gli ormai caratteristici “vu cumprà” sono organizzati con dispositivi mobili. Come riporta anche la stampa nazionale, strisciano con scioltezza bancomat e carte di credito e qualcuno si è già spinto persino verso la nuova frontiera del contactless, sfruttando le nuove tecnologie. Chi macina chilometri di spiaggia con pesanti borsoni, senza battere ciglio sotto il sole cocente, non ha mai sentito parlare di leggi che impongono di accettare pagamenti con il POS sopra i 30 euro. Figuriamoci se abbia contezza delle polemiche e del tam tam innescatosi in queste settimane: l’unico obiettivo è non lasciarsi scappare il cliente.
Mentre i professionisti e le associazioni di categoria fanno le barricate ed il Governo convoca tavoli per sistemare la norma cercando di salvare capre e cavoli, sulle spiagge di mezza Italia già si “possa” a tutto spiano. Una volta tornati in città poi si potrà far morire di invidia amici e colleghi e potrebbe accadere – davanti ad un professionista – di cercare il portafoglio nella borsa acquistata in spiaggia ed esclamare candidamente: “Mi dispiace, non ho contanti…Posso pagare con il POS? Non è attrezzato? Ah, peccato, mi rivolgerò altrove”. Senza considerare il rischio, che poi in fondo è più una beffa, dell’odiatissimo “pagherò…”.
Un rischio che in questo momento non ci si può concedere. Sebbene sia partita “spuntata” (ovvero senza sanzioni, ma il governo ci sta lavorando), la legge che impone di accettare pagamenti attraverso POS per importi superiori a 30 euro, avrà presto una operatività completa anche grazie agli aggiustamenti cui si è lavorato nelle ultime settimane. In realtà, la montagna pare aver partorito il classico topolino: il Ministero dello Sviluppo Economico è riuscito a strappare agli operatori del settore nient’altro che la “piena disponibilità a continuare a compiere ogni sforzo per rendere l’offerta di questa tipologia di servizio il più possibile flessibile e conveniente”.
In aggiunta, nei giorni scorsi è entrato in vigore un decreto del Ministero delle Finanze che contiene alcune disposizioni per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica e, dunque, abbassare i costi relativi ai servizi offerti. Servirà a qualcosa? Vedremo. Il vero problema è che l’Italia si è adeguata con colpevole ritardo – rispetto al resto d’Europa – alla libera circolazione della moneta elettronica. Questa, però, può essere considerata un’attenuante, ma non certo un alibi anche perché le alternative non mancano. Per i medici quella di DoctorPay sembra essere, in tal senso, la soluzione ideale: senza costi di attivazione, senza canone e con il dispositivo gratuito. Un prodotto autenticamente (è il caso di dire…) al servizio dei camici bianchi e che permette di evitare fregature. Chi fosse interessato può informarsi al numero verde 800.088.211 o sul sito www.doctorpay.it .