“Focus sulla fecondazione eterologa”
La sentenza della Corte Costituzionale dello scorso aprile ha eliminato il divieto di fecondazione eterologa presente nella Legge 40. Non appena sono state rese note le motivazioni della sentenza ho istituito un Gruppo di lavoro con i principali esperti nazionali della materia per giungere alla predisposizione di un intervento legislativo urgente che rendesse possibile, in tempi rapidi, l’accesso a questo tipo di fecondazione. Come ministro della Salute la mia prima preoccupazione è stata quella di regolarla nella massima sicurezza sanitaria possibile.
Nel Decreto che intendo proporre ho innanzitutto voluto scongiurare che intorno alla fecondazione eterologa si creasse un mercato. In Italia le regole per donare gameti saranno quelle che conosciamo già per il sangue: non si paga e non si è pagati, niente si vende, niente si compra, ma si dona e si riceve, in una cornice chiara e trasparente di sicurezza sanitaria. Ho stabilito quindi la gratuità della donazione e il divieto di importare gameti da centri di Procreazione medicalmente assistita o banche che ne fanno commercio per riceverne un profitto.
Non ci potranno essere cataloghi dei donatori nei Centri di PMA o nelle banche, ma solo consensi informati rigorosi per informazioni di tipo sanitario o giuridico che possano consentire di stabilire, ad esempio, se e come un donatore potrà essere contattato in caso di problemi sanitari del bambino nato. Inoltre per evitare discriminazioni economiche tra le coppie ho inserito la fecondazione eterologa nei Livelli essenziali di assistenza rendendola così gratuita per tutti nei centri pubblici, a parte i ticket stabiliti dalle diverse Regioni.
Un altro aspetto che mi sta particolarmente a cuore, oltre naturalmente ai criteri di scelta dei donatori e delle cellule riproduttive, che dovranno essere rigorosi per garantire la salute delle coppie riceventi e dei nascituri, è quello relativo al limite di donazioni che uno stesso donatore può effettuare per evitare che nascano troppi bambini e ci possa essere il rischio di unioni, inconsapevoli, tra consanguinei. Questo aspetto mi ha convinta della necessità dell’istituzione di un Registro centralizzato dei Donatori che blocchi le donazioni quando sono in eccesso e che garantisca anche quella tracciabilità di tutta la filiera tra il donatore e il bimbo nato importante per garantire la sicurezza sanitaria, ovviamente sempre nel rispetto dell’anonimato. Oltre agli aspetti più strettamente sanitari ce n’è un altro che mi sta molto a cuore e sul quale ho posto una riflessione al Parlamento: il diritto delle persone nate con fecondazione eterologa a conoscere l’origine del loro concepimento e l’identità del proprio genitore biologico.
E’ un tema delicato che non voglio imporre con un decreto legge, ma sul quale è necessario riflettere approfonditamente anche sulla scorta delle esperienze degli altri Paesi dove l’eterologa è praticata da anni. Ovviamente, qualsiasi soluzione si sceglierà di adottare andrà comunque salvaguardato il diritto del donatore a non avere obblighi nei confronti del figlio biologico e a non avere contatti con quest’ultimo, se non lo desidera.
Beatrice Lorenzin