In occasione dell’8 marzo, la Uildm (Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare) promuove il Manifesto sui diritti delle donne con disabilità nell’Ue e si batte contro le discriminazioni di cui sono vittime. In Italia le donne con disabilità sono un milione e 700mila e, secondo i dati Istat solo il 35,1% di loro lavora, contro il già limitato 52,5% […]
In occasione dell’8 marzo, la Uildm (Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare) promuove il Manifesto sui diritti delle donne con disabilità nell’Ue e si batte contro le discriminazioni di cui sono vittime. In Italia le donne con disabilità sono un milione e 700mila e, secondo i dati Istat solo il 35,1% di loro lavora, contro il già limitato 52,5% degli uomini nelle stesse condizioni. Come dimostra un’indagine Uildm, le donne con disabilità lamentano grandi difficoltà nell’accesso ai servizi di ginecologia e ostetricia: il 42,62% del campione (composto da 61 strutture ed enti sanitari pubblici di tutta Italia) non dispone di un bagno accessibile, il 52,46% ha una reception ma in 7 casi è stata segnalata la presenza di ostacoli lungo il percorso per raggiungerla e impossibile avvicinarsi al banco informazioni se si usa una sedia a rotelle. Il manifesto affronta anche la violenza esercitata sulle donne con disabilità, molto diffusa e denunciata raramente. Eppure l’Istat rileva che il rischio di subire stupri è più che doppio per le donne con disabilità: il 10% contro il 4,7% delle donne senza handicap.