«A gennaio il trend di mortalità è molto aumentato, con un morto ogni 80 casi. La regione più colpita nel 2018 è la Sicilia» dichiara Massimo Andreoni, Professore Ordinario di malattie Infettive della Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Roma Tor Vergata
Nel 2017 in Europa il morbillo ha ucciso 30 persone e ne ha colpite 14.451. Parliamo de 400% in più rispetto al 2016, quando erano stati registrati solo 4.643 casi. Una vera e propria epidemia è scoppiata in Romania (5560) e in Italia (5004). Un numero molto alto per l’Italia, se consideriamo che secondo i dati del Ministero della Salute nel 2016 erano stati solo 862. L’Italia registra, finora, 4 decessi sugli oltre 5mila casi.
La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), a sostegno dei dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) evidenzia che l’88% di tutti i casi italiani del 2017 si è registrato in soggetti non vaccinati e ben il 44% dei malati hanno avuto un quadro clinico tale da portarli al ricovero, per un totale di circa 2000 ricoveri.
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Nel primo mese del 2018 ci sono stati 164 casi di morbillo in Italia – rileva il Prof. Massimo Andreoni, Professore Ordinario di malattie Infettive della facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Roma “Tor Vergata” – Ben due i decessi, un 38enne e un 41enne. Il trend di mortalità è quindi molto aumentato, con un morto ogni 80 casi. Le regioni più colpite nel 2018 sono la Sicilia, Lazio, Calabria e Liguria dove si sono registrati l’80% dei casi. Il 93% di tutti i casi del nuovo anno è avvenuto in pazienti che non hanno eseguito la vaccinazione; un caso su due è finito in ospedale.
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Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? «Una progressiva riduzione dei casi nel corso del 2018 – continua il Prof. Andreoni – ma siamo ancora in piena fase epidemica, quindi si consiglia ancora di vaccinarsi o di completare la vaccinazione con la dose di richiamo. I due casi letali del 2018 devono ricordarci come questa malattia, che noi consideriamo poco fastidiosa, potrebbe provocare addirittura il decesso della persona» avverte. «L’unico vero strumento capace di proteggerci è il vaccino – prosegue Andreoni – la diffusione dello scorso anno e l’aumento di mortalità ci deve far riflettere sulla sua importanza. Non solo per coloro per i quali è previsto l’obbligo della vaccinazione, ma anche per i giovani adulti, per i quali è un richiamo. La causa principale dell’esplosione del morbillo, infatti, è proprio l’alto numero di persone non protette che permette una più ampia circolazione del virus. Più le persone non si vaccinano, maggiore è il rischio di registrare un aumento dei casi» conclude il professore.