Speciale #SconnessiDay 8 Marzo 2018 17:00

Cyberbullismo, Albano (Garante Infanzia): «È la nuova forma della violenza: bisogna insegnare ai ragazzi a ‘litigare bene’»

In occasione del Safer Internet Day, la Garante si è rivolta direttamente ai giovani: «Ai testimoni degli atti di bullismo e cyberbullismo dico: occorre schierarsi, non è possibile rimanere neutrali». Sul Blue Whale: «In Italia molti fenomeni di imitazione mediatica»

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Recentemente si è celebrato il Safer Internet Day, l’appuntamento annuale organizzato in Italia e, a livello internazionale, in oltre 100 Paesi del mondo, per promuovere un uso più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie. Il 22 febbraio è stato celebrato lo Sconnessiday, la prima Giornata Mondiale dedicata alla disintossicazione da connessione Internet lanciata dal cast del film “Sconnessi” di Christian Marazziti. Gli eventi per un corretto uso della rete si moltiplicano, ma, soprattutto per i bambini e gli adolescenti che si affacciano al mondo del worl wide web per la prima volta (secondo l’Unicef 150mila nuovi bambini online ogni giorno) i rischi non mancano. In particolare è in crescita il fenomeno del cyberbullismo, come indica un’indagine condotta da Skuola.net in collaborazione con l’università di Firenze su quasi 4mila ragazzi tra i 13 e i 18 anni: a comportarsi da bullo in Rete è il 12,1% degli adolescenti, il 4,5% in più rispetto al 2016. Ne abbiamo parlato con il Garante dell’Infanzia, Filomena Albano.

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Garante, il cyberbullismo è diventato un fenomeno importante con cui molti minori e genitori hanno avuto a che fare. Qual è il modo migliore per cercare di arginare questo fenomeno?

«Oggi è una giornata importante in cui si mira ad arginare questo fenomeno attraverso la sensibilizzazione, quindi il primo passaggio è rendere i ragazzi e i genitori consapevoli delle potenzialità ma anche dei rischi che si nascondono dietro il web, strumento fantastico che ha una potenzialità diffusiva enorme perché abbatte i confini di spazio e di tempo. Questo comporta che dietro questo strumento si nascondano anche molti rischi di cui i ragazzi devono essere consapevoli. Ai ragazzi oggi dico: se siete vittime parlate, individuate una persona di cui vi fidate, non tenetevi nulla per voi ma comunicate e condividete. Ai ragazzi bulli chiedo: ma chi è più forte, quello che pone in essere la violenza, l’aggressività o chi costruisce con pazienza e con tenacia la relazione con gli altri? E poi ci sono gli altri ragazzi, quelli che sono testimoni degli atti di bullismo e cyberbullismo: a loro dico che occorre schierarsi, non è possibile rimanere neutrali. Con i genitori voglio condividere questa riflessione: stanno aumentando gli eventi di sensibilizzazione, per fortuna, ciò nonostante aumentano gli episodi di cyberbullismo. C’è quindi una riflessione da fare: perché questo accade? Probabilmente accade anche perché ci sono più ragazzi connessi, ma forse accade anche perché il cyberbullismo è una modalità nuova per fenomeni antichi. Il fenomeno antico è la violenza, l’aggressività, la cultura della violenza. Forse bisogna combattere non solo le modalità di manifestazione del fenomeno ma anche la cultura che ne è la base. L’autorità garante lo sta facendo con un progetto sulla mediazione in tutte le scuole d’Italia che si chiama “Dallo scontro all’incontro, mediando si impara”: noi insegniamo ai ragazzini delle scuole medie a litigare bene».

A proposito di fenomeni di cyberbullismo ci sono stati una serie di episodi anche in altri Paesi come la Blue Whale, un gioco molto pericoloso che purtroppo è nato sui social e che poi è cresciuto sui social. In Italia ci sono stati dei fenomeni simili?

«In Italia ci sono stati molti fenomeni limite sui quali la polizia postale sta ancora indagando. Il confine tra episodi della gravità del Blue Whale e fenomeni di imitazione mediatica non è ancora certo. Si tratta di un universo in cui la scoperta avviene giorno dopo giorno e in cui i ragazzi procedono veloci: noi adulti fatichiamo anche a mettere gli strumenti a loro disposizione. L’attenzione deve essere massima e la polizia postale è l’organo istituzionale che sta lavorando tenacemente su tutto questo. Il compito dell’autorità di garanzia permette di monitorare tutto quanto l’universo giovanile, l’universo delle persone, perché sono persone da 0 a 18 anni, non minori, e di adottare raccomandazioni in modo da fare da portavoce dei bisogni dei ragazzi di fronte alle istituzioni. Questo è il nostro compito».

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