La giornata di incontri si svolge giovedì 15 marzo al BASE. Tra gli ospiti il chirurgo inglese Shafi Ahmed, che nelle operazioni utilizza la realtà virtuale. Il direttore della rivista specializzata in innovazione sottolinea: «Le tecnologie non rimpiazzeranno i medici. Piuttosto verranno rimpiazzati quei medici che non sapranno usare le tecnologie»
La star dell’evento sarà Shafi Ahmed, chirurgo inglese pluripremiato, celebre per l’utilizzo di tecnologie di realtà virtuale durante le operazioni. Ma ci saranno anche accademici, manager, informatici, ingegneri, neurologi, anestesisti e tanti altri professionisti per parlare di innovazione tecnologica e sanità. L’evento, intitolato “Wired Health – Innovazione per la vita”, organizzato dal settimanale Wired, si svolgerà giovedì 15 marzo a partire dalle 9 al BASE di Milano: una giornata con talk, exhibit, aziende e start-up per raccontare come il digitale stia trasformando il settore, i suoi modelli di business, i prodotti, i servizi, le scelte dei pazienti e dei consumatori. Oltre all’evento, Wired racconterà in un numero del giornale, in uscita il 15 marzo, come le nuove tecnologie stanno trasformando la ricerca medica e i nostri stili di vita per l’avanzamento di quella che già oggi è la “macchina” migliore che sia stata mai inventata: il corpo umano. Tra gli ospiti anche Alessandro Repici, Responsabile Endoscopia Humanitas, ospedale e centro di ricerca partner dell’evento, Marco Marchetti, Direttore Centro Nazionale Health Technology Assessment dell’Istituto Superiore di Sanità, Paolo Locatelli, Responsabile Scientifico Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, Giuseppe Testa, Professore di Biologia Molecolare all’Università di Milano e Direttore del Laboratorio di Epigenetica delle Cellule Staminali dell’Istituto Europeo di Oncologia. «L’obiettivo della giornata è raccontare come le tecnologie digitali stiano entrando prepotentemente nel mondo della salute» spiega a Sanità Informazione il direttore di Wired Italia, Federico Ferrazza.
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Direttore, la tecnologia sta rivoluzionando la nostra vita e anche l’ambito sanitario. Non rischiamo però tra qualche tempo di trovare solo robot ad operare al posto dei chirurghi?
«Già oggi ci sono dei robot chirurgici. Credo che la tecnologia non rimpiazzerà il lavoro umano ma sarà di grandissimo supporto. Le tecnologie digitali non rimpiazzeranno i medici. Piuttosto verranno rimpiazzati quei medici che non sapranno usare le tecnologie».
Direttore, quali saranno gli eventi imperdibili di Wired Health?
«L’obiettivo della giornata è raccontare come le tecnologie digitali stiano entrando prepotentemente nel mondo della salute. Lo fanno attraverso vari punti di ingresso che sono quelli classici, delle aziende, che da sempre si occupano di salute come le case farmaceutiche e gli ospedali che attraverso le tecnologie digitali si stanno rinnovando e rivoluzionando. Poi ci sono tutta un’altra serie di aziende, magari campioni della tecnologia, come Ibm, Amazon, Google ed altri che vedono nella salute un mercato importante in cui entrare. Poi c’è un terzo settore rappresentato da quelle aziende che tipicamente non fanno parte del mondo della salute ma il cui business ruota intorno a questa parola. Oggi rispetto a 30-40 anni fa la parola salute ha completamente cambiato di significato. Prima si parlava di salute solamente quando si stava male, oggi si parla di salute nei nostri stili di vita, quando e come mangiamo, quante ore ci alleniamo, dato che tutto il nostro corpo viene continuamente monitorato da oggetti come braccialetti, orologi, ecc. Tutta ciò è accomunato dall’uso della tecnologia digitale che ha la funzione di mettere al centro le persone, i pazienti, che quindi hanno delle cure personalizzate, un’analisi in tempo reale, dei parametri del loro corpo. Queste cose senza il digitale non potrebbero avvenire. Per quanto riguarda gli interventi più importanti uno dei più attesi è quello di Shafi Ahmed. Questo professore che insegna a Londra è anche un chirurgo che opera con strumenti di realtà virtuale. Poi si parlerà anche di come le tecnologie digitali stanno impattando sulla salute, di sicurezza, di robotica. Tutti appuntamenti pensati per raccontare una rivoluzione in atto».
A Wired Health si parlerà anche di cybersicurezza. Nel 2017 un attacco hacker su scala mondiale ha colpito anche il sistema sanitario britannico. Sono sicuri i dati sanitari degli italiani?
«Sono sicuri. Anche se quando si immettono dei dati in rete la totale certezza che della sicurezza non c’è mai. L’unico dato sicuro è un computer spento. Ma non servirebbe a nulla. Ci sono tutta una serie di lavori per tenerli in sicurezza, ne parleremo all’evento, ma è evidente che la sicurezza totale non esiste mai, come non esiste un’automobile totalmente sicura. Con questo dovremo fare i conti».
Altro tema dell’evento è quello della blockchain. Può essere una chiave per proteggere i dati?
«Si parlerà di blockchain proprio in questo senso. Quelli che conoscono la blockchain la conoscono soprattutto come tecnologia che fa da registro alle monete virtuali. In realtà la blockchain è una tecnologia di trasmissione dati che può essere utilizzata in diversi settori e siccome è molto molto sicura può essere utilizzata anche nel campo della salute dove i dati hanno una sensibilità maggiore rispetto ad altre situazioni».
Il mondo delle tecnologie digitali oggi investe anche la formazione dei medici. I simulatori, che vengono usati in tanti campi, oggi sembrano pronti anche per testare i camici bianchi. È una strada percorribile?
«Io penso che la simulazione può essere qualcosa di utile. Se ne fa sempre più uso. È chiaro che è tanto più utile la simulazione quanto più si avvicina alla realtà. Credo che verrà sempre più utilizzata in futuro quando gli ambienti ricostruiti virtualmente saranno sempre più simili alla realtà».