E intanto si pensa a un Fascicolo Sanitario europeo
Parola d’ordine: condivisione. Secondo il dottor Mauro Moruzzi il Fascicolo Sanitario Elettronico segnerà una tappa fondamentale per ripensare il rapporto tra Stato e cittadino.
Lo ha messo in evidenza, nei giorni scorsi, durante un meeting ad hoc alla “Luiss”, dove ha partecipato in veste di relatore per la sua lunga esperienza nel campo delle nuove tecnologie applicate in ambito medico. Nella sua regione, l’Emilia Romagna , in questo ambito è da tempo in prima linea con il Cup 2000 e con la e-Health Academy AssinterItalia.
Oltre ad elencare i servizi offerti ai pazienti, Moruzzi evidenzia come “l’impatto del FSE nell’organizzazione della sanità snellirà i procedimenti burocratici” ma anche che “la condivisione del dato tra medico e paziente abbatterà le barriere spazio temporali, creando così una sinergia fortissima tra professionisti e cittadini coinvolti. Questo – rimarca – è il modello della nuova sanità”. Su come le nuove tecnologie stiano incidendo sul Ssn Moruzzi non ha dubbi, ma sottolinea anche la potenza delle App, diventate l’ancora di salvataggio per risolvere i problemi tecnici per assolvere al recente obbligo di POS: “Il FSE – fa notare – sarà il nucleo di tutte le App mediche, ma bisognerà trovare una soluzione efficace per rintracciare quelle di cui si ha bisogno. Stiamo inserendo nel fascicolo degli strumenti informatici per consentire al cittadino di avere servizi certificati: tutto tende a semplificarsi”.
Sulla stessa linea d’onda è la presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, che va addirittura oltre pensando ad un Fascicolo Sanitario europeo, “in modo tale – afferma – che la vita clinica di una persona possa essere ricostruita in qualunque parte dell’Europa, altrimenti si ritorna alla burocrazia cartacea, un problema che ci tiene fuori dal mondo”.