«In aumento gli adolescenti deprivati di sonno, incapaci di affrontare gli impegni quotidiani». Così Lino Nobili, responsabile del centro di Medicina del Sonno dell’ospedale Niguarda di Milano
Vampiri di notte e zombie di giorno. Quando diventa buio, per molti adolescenti non è arrivata l’ora di dormire, ma il momento giusto per socializzare, rigorosamente nel mondo virtuale. Si chiama Vamping ed è l’ultima ‘moda’ – se così si può definire – che incentiva i giovani a rimanere connessi tutta la notte per navigare tra un social e l’altro. Dopo notti insonni trascorse davanti al pc, gli adolescenti di oggi assomigliano più a degli zombie che a dei ragazzi pronti ad affrontare una giornata di scuola.
«Il Vamping è un’abitudine sempre più diffusa – ha spiegato Lino Nobili, neurofisiopatologo e neuropsichiatra, responsabile del centro di Medicina del Sonno dell’ospedale Niguarda di Milano -. Capita spesso che a varcare la soglia dei nostri ambulatori siano giovani con un sintomo in comune: troppo stanchi per alzarsi al mattino e prepararsi ad affrontare le lezioni scolastiche».
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Quali sono i principali effetti negativi del Vamping?
«Un eccessivo attaccamento ad Internet nelle ore serali comporta un disturbo del sonno e, più precisamente, del ritmo del sonno. L’effetto che si scatena è duplice. Da un lato c’è una componente comportamentale. L’adolescente spinto dalla voglia di estraniarsi dal mondo reale si lascia trascinare da quello virtuale: più resta connesso, più ha difficoltà a dire basta e staccare la spina. Dall’altro lato c’è un effetto biologico: la stimolazione luminosa del computer altera la secrezione della melatonina (un ormone che regola il ciclo sonno-veglia, ndr) e quindi impedisce l’addormentamento. Siamo di fronte ad un vero e proprio circolo vizioso dall’effetto univoco: adolescenti deprivati di sonno che non sono più in grado nemmeno di affrontare gli impegni quotidiani».
È tutta colpa del web?
«No, Internet ha solo complicato la situazione. L’adolescenza è un periodo molto particolare della vita di un individuo. In questa fascia di età, anche prima dell’era del web, i giovani erano alla ricerca di uno spazio proprio, intimo, privato. I ragazzi, in altre parole, hanno sempre cercato di trovare un diversivo che gli permettesse di allontanare l’ora dell’addormentamento. Internet ha, dunque, solo peggiorato una situazione già preesistente».
Perché il Vampig costituisce un “pericolo” più nell’età adolescenziale che in altri momenti della vita?
«Perché l’adolescente ha bisogno di dormine più dell’adulto. È proprio il sonno notturno a contribuire alla maturazione di alcune particolari sinapsi cerebrali».
Siamo di fronte ad una patologia da curare?
«Piuttosto lo definirei un aspetto sociale importante, da non sottovalutare. Questo disturbo del ritmo del sonno, causato dal Vamping, può creare anche un’alterazione dell’umore. Ma allo stesso tempo, può essere un disturbo dell’umore, già presente, a creare la necessità di un rifugio notturno nel web. Ogni adolescente ha una storia a sé. Per aiutarlo a superare questo attaccamento ad Internet – ha concluso Nobili – bisogna scoprire quale sia l’origine del circolo vizioso che si è instaurato. È davvero il Vamping a causare l’insonnia, o piuttosto l’insonnia è la conseguenza di un disagio sociale?».
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