Il testo prevede un ruolo più attivo dei professionisti nell’assistenza dei pazienti cronici e facilitazioni per l’ingresso di giovani pediatri nella professione. Ora tocca alle regioni sviluppare gli obiettivi prioritari
Maggiore partecipazione dei pediatri al sistema di vaccinazione, un ruolo più attivo nell’assistenza dei pazienti cronici e facilitazioni per l’ingresso di giovani pediatri nella professione. Sono questi i punti cardine dell’accordo per il rinnovo dell’Accordo collettivo nazionale (Acn) tra la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e la Struttura interregionale sanitari convenzionati (Sisac).
La firma era attesa da tempo, ed è arrivata in questi giorni nella sede romana della Sisac. «È un momento atteso da anni – afferma Paolo Biasci, presidente nazionale Fimp – Siamo soddisfatti di aver firmato un accordo per tutti i pediatri di famiglia italiani che permette finalmente recuperi economici per la nostra categoria fin dal 2010. Inoltre si sono fatti importanti passi avanti per l’inserimento dei giovani pediatri attraverso nuove norme che facilitano l’entrata nel mondo del lavoro».
Previsto il recupero della vacatio contrattuale fino al 2010, risorse che per i medici dipendenti del Ssn sono automatiche alla scadenza del contratto mentre per quelli convenzionati no. «Non è possibile quantificarle in generale – afferma Biasci – ma sono calcolate dalle aziende in base a una serie di parametri, come il numero di pazienti, per ogni singolo medico. In media però questo si traduce per un medico con 1000 assistiti un recupero che varia dagli 800 ai 900 euro l’anno». Previsto un ingresso più facile dei giovani nel mondo del lavoro: un pediatra potrà partecipare a un concorso appena finita la specializzazione, e non dopo l’inserimento in una graduatoria.
Particolarmente importante per Biasci le norme che facilitano l’ingresso alla professione di giovani pediatri, alla luce anche dell’allarme sulla carenza di pediatri nei prossimi anni lanciato dall’Anaao e rilanciato dalla Federazione pediatri. «In questo modo – spiega Biasci – potremo avviare il ricambio generazionale della nostra categoria con l’auspicio che il nuovo Governo faccia la sua parte aumentando il numero delle borse di studio necessarie per la pediatria».
Ora tocca alle regioni sviluppare gli obiettivi prioritari siglati con accordi integrativi regionali soprattutto sui temi della partecipazione del pediatra di famiglia al sistema vaccinale nazionale e nell’assistenza ai pazienti cronici.