Saranno coinvolti nel piano nazionale cronicità, nel piano vaccinale, l’accesso improprio ai PS, il governo delle liste d’attesa. Soddisfazione da parte del segretario del sindacato maggiormente rappresentativo della categoria
Dopo i pediatri, anche gli specialisti ambulatoriali hanno rinnovato l’Acn, l’Accordo Collettivo Nazionale. Un accordo importante che riconosce agli specialisti un ruolo nella realizzazione degli obiettivi prioritari di politica sanitaria nazionale quali il piano nazionale cronicità, il piano vaccinale, l’accesso improprio ai PS, il governo delle liste d’attesa e l’appropriatezza. Quattro i sindacati firmatari: Sumai, Uil Fpl, Cisl medici, FeSPA.
Per la cronicità gli Accordi integrativi regionali (Air) dovranno prevedere l’attiva partecipazione dei medici specialisti ambulatoriali interni nella presa in carico delle persone affette da patologie croniche per rendere più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza. Stesso discorso per quanto riguarda il Piano nazionale prevenzione vaccinale dove le Regioni dovranno prevedere l’inserimento della vaccinazione e delle relative attività collegate tra i compiti previsti per i medici specialisti ambulatoriali interni. Per il contrasto agli accessi impropri al Pronto soccorso gli Air prevedono l’integrazione nelle reti territoriali dei medici specialisti ambulatoriali interni per garantire la continuità assistenziale ed evitare che i pazienti si rechino nei PS per prestazioni non urgenti. Infine sulle liste d’attesa e appropriatezza l’Acn prevede la partecipazione degli specialisti ai percorsi regionali di prescrizione, prenotazione, erogazione e monitoraggio delle prestazioni.
Con l’Accordo vengono inoltre definite le modalità di erogazione delle risorse relative agli anni 2010-2015, pari alla indennità di vacanza contrattuale già corrisposta ai dipendenti del Servizio sanitario nazionale, nonché gli arretrati derivanti dagli incrementi previsti per gli anni 2016-17 legati alla partecipazione per la realizzazione degli obiettivi prioritari di politica sanitaria nazionale indicati. Entro l’anno, si sottolinea nel documento, sarà poi conclusa la contrattazione del triennio 2016-18, economico e normativo.
ACN SPECIALISTI AMBULATORIALI: TESTO DELL’ACCORDO E LE TABELLE DEGLI ARRETRATI
«Il nuovo Accordo collettivo nazionale che disciplina i rapporti con gli specialisti ambulatoriali, veterinari ed altre professionalità sanitarie (biologi, psicologi e chimici) ci soddisfa sia sotto l’aspetto economico, in quanto rispetto al pre-accordo le cifre sono cambiate, sia sotto l’aspetto normativo, in quanto riconosce il nostro ruolo nella realizzazione degli obiettivi prioritari di politica sanitaria nazionale», afferma Antonio Magi, segretario generale SUMAI Assoprof, il sindacato maggiormente rappresentativo della categoria.
Segretario Magi, perché è importante questo accordo?
«Siamo molto soddisfatti in quanto la specialistica dal nuovo accordo esce rafforzata nell’ambito di quelle che sono le proprie peculiarità. Viene specificato nell’accordo l’importanza e la centralità della specialistica ambulatoriale per quanto riguarda la gestione delle patologie croniche; per quanto riguarda invece l’invio al Pronto soccorso in maniera impropria, potenziare la specialistica significa sfoltire appunto le lista d’attesa e quindi evitare l’assurdità che siano proprio i pazienti più deboli e più bisognosi ad essere costretti ad andare al Pronto soccorso. Poi il fatto delle vaccinazioni, la possibilità anche nostra di integrarci in tutte le tipologie di vaccinazioni in età pediatrica e in età adulta. Per cui la specialistica viene utilizzata dalle aziende nel miglior modo possibile in quanto poi tra le altre cose noi siamo quelli che operano già all’interno delle strutture. Molto importante poi, da un punto di vista economico, il tema degli arretrati».
L’investimento economico sugli arretrati lo considerate sufficiente?
«La parte economica non è un grande investimento considerando gli otto anni di blocco. Però è un ristoro almeno di quella che è stata la perdita economica in questi anni. L’altro discorso importante è che il rinnovo contrattuale della specialistica ambulatoriale vale circa 30 milioni di incremento che però, se rapportati ai 114 miliardi del fondo sanitario, fa capire quanto tutta la parte medica non venga considerata in maniera importante. Le convenzioni ad esempio in totale valgono 250 milioni di euro e parlo della medicina generale, della specialistica e della pediatria. In rapporto ai 114 miliardi è poco. Ma sarebbe importante investire di più sulle persone che poi sono quelle che fanno la sanità».
Pensa che il rinnovo di queste convenzioni possa aiutare anche il rinnovo del contratto della dirigenza medica?
«Assolutamente sì, ma anche il contrario. Diciamo che sono strettamente legate».