Salute 27 Maggio 2014 12:33

Medici in fuga, l’Italia perde talenti… e denaro 

Per i giovani FNOMCeO la soluzione è ampliare le competenze regionali sui contratti di formazione

Medici in fuga, l’Italia perde talenti… e denaro 

Chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti. Si prova ad evitarlo anche se “rafforzare” le frontiere non sembra affatto un’operazione semplice. Anche l’Osservatorio Giovani FNOMCeO ha affrontato la questione della fuga all’estero dei camici bianchi.

Hanno fatto la valigia più di quattromila medici tra il 2009 ed il 2013: in media, su 7mila laureati, ne partono 700 ogni anno. Si tratta del 2%, una percentuale che sulla carta non dovrebbe essere così preoccupante, ma che invece lo è perché questa stima tiene conto solo di chi ha chiesto di essere cancellato dagli albi nazionali. In tanti, invece, partono senza farlo e questo potrebbe, dunque, significare che il numero dei medici in fuga potrebbe essere molto più ampio.

C’è un rimedio? Secondo FNOMCeO una recente sentenza della Corte Costituzionale può diventare un appiglio importante dando maggior peso alle Regioni sui contratti di formazione. Questi ultimi sono infatti “nazionali” e fissati da un accordo stretto tra Ministero della Salute e Università. Secondo la Corte di Cassazione, invece, “ogni regione può chiedere che i contratti specialistici da essa promossi, una volta trasformati in medici specialisti, non escano dal proprio territorio”. Sarebbe, insomma, questa la strada per dare qualche certezza in più ai giovani camici bianchi.

Va detto però che all’estero, ed in particolare in Inghilterra, non si trova semplicemente un posto di lavoro. Ci sono opportunità di carriera molto allettanti e una formazione sul campo qualitativamente superiore. Serve una soluzione, non c’è dubbio, ma la questione va affrontata nella sua globalità e con una cura efficace e non ricorrendo solo a dei semplici palliativi. Senza sottovalutare un aspetto non proprio secondario: la fuga all’estero non fa perdere solo cervelli al nostro Paese ma anche parecchi soldi allo Stato. Secondo una ricostruzione effettuata da Page Personnel, il “costo” di un neoprofessionista che si forma in Italia e plana altrove dopo i primi intralci nel mercato del lavoro è di 40mila euro. Le conseguenze, per ora, sono tutte teoriche ma, considerando i numeri di chi ha preso il volo, si arriva nel complesso a svariati miliardi. Si rischia, quindi, di unire al danno anche una beffa.

Articoli correlati
Il futuro della ricerca passa per le nanotecnologie. La storia di Angelo Accardo, cervello in fuga
Il professor Angelo Accardo, “nanotecnologo” della Delft University of Technology (TU Delft) in Olanda e cervello in fuga, lavora alla creazione di micro-ambienti cellulari ingegnerizzati che tentano di imitare il tessuto cerebrale umano. Tali microstrutture biomimetiche possono portare a importanti sviluppi nel campo delle malattie del neurosviluppo e dei tumori del cervello
di Francesco Torre
Francesco Wirz, l’italiano che ha operato l’uomo dai tre volti: «In Francia fiducia ai giovani, così si formano i chirurghi»
«Ho fatto tutto quello che, chirurgicamente, avrei potuto fare nella mia vita, ma non mi sento un vincente, perché ho dovuto lasciare il mio Paese. I giovani devono andare all’estero per scelta, non perché sono obbligati»
Sanità internazionale
Restare o partire? Il dubbio dei giovani medici...
La protesta dei Giovani Medici: flash mob al MIUR
Chiesta trasparenza e meritocrazia nelle selezioni e un piano triennale per gli sbocchi lavorativi
Medici in fuga: la Germania “fa shopping” di camici bianchi italiani
L'Istat registra un nuovo picco di partenze: il Regno Unito resta la meta preferita, ma i tedeschi insidiano il primato con un portale che offre 8mila posti di lavoro in campo sanitario
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...