Salute, benessere e prevenzione i consigli quotidiani per vivere meglio.

infanzia 3 Aprile 2018

Autismo, i sintomi che devono mettere in allarme

Il 2 aprile di ogni anno ricorre la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Istituita nel 2007 dall’ONU, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle caratteristiche e le manifestazioni di tale patologia. L’autismo è un disordine neuropsichico infantile, che può comportare gravi problemi nella capacità di comunicare, di entrare in relazione con le […]

Immagine articolo

Il 2 aprile di ogni anno ricorre la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Istituita nel 2007 dall’ONU, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle caratteristiche e le manifestazioni di tale patologia.

L’autismo è un disordine neuropsichico infantile, che può comportare gravi problemi nella capacità di comunicare, di entrare in relazione con le persone e di adattarsi all’ambiente. Come specifica il Ministero della Salute, rientra in quelli che vengono definiti “disturbi pervasivi dello sviluppo”. I bambini che ne sono affetti presentano problemi di interazione sociale, problemi di comunicazione (verbale e non) e comportamenti ripetitivi.

Ad oggi, non è stata individuata con certezza la causa dei disturbi dello spettro autistico, ma nel 10-15% dei casi c’è una causa genetica. I primi segnali compaiono già intorno al 2°-3° anno di età e durano per tutta la vita. Non esistono cure definitive ma trattamenti (farmacologici e comportamentali) che possono essere d’aiuto.

Per questo motivo per arrivare alla diagnosi è molto importante tenere conto delle osservazioni dei genitori, delle maestre e del pediatra. Ma quali sono i sintomi che devono generare preoccupazione?

I campanelli d’allarme per una patologia dello spettro autistico sono:

  • il bambino non fa dei grandi sorrisi o manifestazioni di gioia entro i 6 mesi di vita;
  • il bambino non dialoga con la madre, rispondendo con un sorriso ai suoi sorrisi, o con espressioni del viso o con suoni entro i 9 mesi di vita;
  • il bambino non risponde a gesti come il fare “ciao” con la mano, non afferra oggetti che gli vengono offerti entro i 12 mesi di vita;
  • il bambino non risponde quando viene chiamato con il suo nome a partire dai 12 mesi di vita;
  • il bambino non vocalizza entro i 12 mesi di vita, non pronuncia parole entro i 16 mesi e non formula frasi (anche molto elementari) entro i 24 mesi di vita;
  • il bambino non fissa negli occhi la madre o un’altra persona;
  • il bambino usa i giocattoli in modo strano e ripetitivo (per esempio afferra una macchinina e, anziché farla camminare a terra, si limita a far girare le ruote con un dito anche per un lungo periodo di tempo);
  • il bambino esegue movimenti ripetitivi come dondolarsi avanti e indietro.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Salute

Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato: lo stato dell’arte di nivolumab

Sono stati presentati al recente Congresso ASCO gli aggiornamenti degli studi relativi all’impiego di nivolumab nel tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. Il quad...
Advocacy e Associazioni

Cirrosi epatica, i pazienti chiedono meno burocrazia e maggior accesso al teleconsulto

Nella nuova puntata di The Patient Voice, Ivan Gardini (EpaC Ets), Ilenia Malavasi (Affari Sociali) e Francesca Ponziani (Pol. Gemelli)