Nutri e Previeni 16 Settembre 2022 12:31

Parte ricerca italiana sul cibo per invecchiare in salute

Parte ricerca italiana sul cibo per invecchiare in salute

Realizzare progetti e attività finalizzati allo sviluppo di interventi nutrizionali che aiutino a invecchiare in salute: è questo l’obiettivo che si sono dati il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e l’Università di Udine, dando vita ad una Unità di ricerca congiunta specializzata nello studio multidisciplinare integrato delle relazioni tra alimentazione e salute umana.

L’iniziativa, frutto di un accordo triennale, è stata presentata nei giorni scorsi a Udine. Fra i risultati attesi, c’è la realizzazione di alimenti per la medicina personalizzata, per la cura del benessere e la prevenzione di alcune patologie, accanto alla correlazione tra molecole bioattive ed effetti anti-ageing e la biobanca di mini organi coltivati in laboratorio (organoidi) umani di colon. Attese inoltre linee guida rivolte a istituzioni e parti sociali per politiche e azioni dirette a migliorare qualità della vita, benessere e salute.

“Grazie ai progressi registrati in campo scientifico – ha affermato la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza – la terza età ora è vissuta come una fase di continuativa produttività e indipendenza. I risultati della ricerca permettono di aiutare a prevenire i fattori di rischio legati all’invecchiamento, favorendo una migliore qualità di vita”.

Questo accordo, ha osservato il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Silvio Brusaferro “è un esempio virtuoso di rete e sinergia tra enti vocati alla ricerca nel nostro Paese. Si colloca in sintonia con lo spirito che caratterizza gli investimenti del Pnrr ed europei. Focalizzare risorse umane ed economiche nella ricerca su salute e benessere nell’invecchiamento è oggi particolarmente cruciale per affrontare le sfide sociosanitarie delle nostre comunità”.

“La ricerca e la formazione universitaria devono fare la loro parte – ha aggiunto il rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton – per contribuire attivamente al miglioramento della qualità della vita nel contesto sociale in cui operano, ponendo a beneficio di tutti i risultati dell’attività scientifica e formativa”.

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