“Esempio Consulcesi” per impegno nel campo dell’innovazione: con il Pos obbligatorio migliorerà la tracciabilità dei flussi
Nuove tecnologie, rimborsi, obbligo di Pos e le grandi opportunità che provengono dall’Europa. Sono le principali tematiche affrontate dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin durante la visita, nei giorni scorsi, nella sede romana di Consulcesi, la più grande realtà italiana – e tra le principali in Europa – in tema di tutela ai medici.
Il ministro è stata accolta con grande calore da consulenti, avvocati e anche da alcuni medici presenti nella struttura, come di consueto, per l’assistenza sulle diverse tematiche e per ricevere gli assegni di rimborso per gli anni di specializzazione non retribuiti. Cifre da record riscosse proprio grazie al lavoro di Consulcesi che, ad oggi, ha promosso e vinto numerose cause permettendo il riconoscimento di oltre 345 milioni in favore di migliaia di camici bianchi di tutta Italia. Disponibile e sorridente, Beatrice Lorenzin ha stretto la mano ai medici, che con l’altra le mostravano l’assegno, e ha sottolineato l’esigenza di trovare una soluzione per riequilibrare il rapporto Stato-cittadini ma anche per velocizzare l’iter delle pratiche di rimborso. Di questo, ma anche di molto altro, ha parlato in questa intervista.
Il ministro della salute Beatrice Lorenzin visita la più grande realtà italiana di assistenza ai medici. Un bel gesto per la categoria.
Un gesto di attenzione per i medici e di interesse nei confronti delle professioni che girano intorno al mondo della salute. Occorre puntare sull’innovazione e lo sviluppo: qui a Consulcesi ho visto non solo consulenza e attenzione al professionista sanitario, ma anche tante idee innovative per rendere più fruibili i servizi e meno costosa la sanità. Mi piace molto una realtà così grande, formata da giovani che lavorano e che stanno costruendo un pezzo molto importante della nostra storia di oggi e, spero, di domani. Una realtà che mi piace moltissimo.
Si avvicina l’entrata in vigore dell’obbligo di munirsi di Pos: un’altra tegola per i camici bianchi che fa però capire quanto siano importanti le nuove tecnologie.
L’obbligo di Pos non sarà una tegola a patto che ci sia il meccanismo giusto per utilizzarlo. Questo strumento ci aiuterà anzi ad ottenere una miglior tracciabilità dei flussi dei pazienti e degli onorari, in modo da riuscire a sviluppare al meglio l’intramoenia. Un obiettivo che tutti hanno ricercato in questi anni.
A breve si andrà al voto per eleggere il nuovo Parlamento europeo. Anche e soprattutto la sanità guarda dunque all’Europa, e ad un appuntamento molto importante.
Il semestre europeo a guida italiana sarà un momento fondamentale per il nostro Paese e per tutto il continente. Stiamo per cambiare i membri di Parlamento e Commissione in un periodo post-crisi che ha cambiato radicalmente la percezione di quello che i cittadini vogliono dall’Europa. Se non riusciremo a rendere l’Europa più competitiva verso il resto del mondo, con più politica e meno burocrazia, rischiamo un nuovo crollo economico che non possiamo assolutamente permetterci.
A proposito d’Europa, ha appena incontrato alcuni ex specializzandi che hanno ricevuto assegni di rimborso da parte dello Stato che, sulla questione, ha applicato in ritardo alcune direttive Ue; sono stati già presentati due Ddl per cercare una soluzione ad un problema che altrimenti rischia di costare allo Stato diversi miliardi di euro.
Non solo, oltre ai miliardi di danno si falserebbe anche il rapporto tra cittadino e Stato, il quale chiede tasse ma deve pagare quando è chiamato a farlo. Questo riguarda sia i rimborsi agli ex specializzandi che i pagamenti alle vittime di danni dal Sistema sanitario e anche i creditori della Pubblica Amministrazione. Serve un sistema di riforme che, in modo incisivo, riequilibri il rapporto tra Stato, cittadini e anche le imprese, al fine di rimettere in moto la macchina amministrativa.