L’Enpam comunica che appena le autorità vigilanti daranno il via libera arriveranno gli adeguamenti scattati dal primo gennaio con tutti gli arretrati. Intanto arriva la liquidazione della prima pensione in cumulo
Buone notizie per i medici in pensione. L’Enpam comunica infatti che sono in arrivo gli aumenti sugli assegni in base all’inflazione e che la prima pensione in cumulo è stata liquidata. Beneficiaria di quest’ultima è una dottoressa che aveva presentato la domanda un anno fa, ma adesso, annuncia il Presidente dell’ente Alberto Oliveti, «rapidamente potranno essere liquidate tutte le pensioni di chi ha fatto richiesta». Gli adeguamenti sono invece scattati dal primo gennaio 2018 e arriveranno, con tutti gli arretrati, appena le autorità vigilanti daranno il via libera formale.
Ma di quanto aumenteranno le pensioni? «Per i redditi fino a quattro volte il minimo Inps (543,72 euro al mese) – specifica l’ente di previdenza di medici e dentisti -, i regolamenti dei Fondi di previdenza della Fondazione prevedono un incremento pari al 75% dell’indice Istat dei prezzi al consumo (nel 2017 l’1,1%). L’aumento previsto per questa fascia è quindi dello 0,83%. Per una pensione di 2000 euro al mese lordi l’aumento, quindi, sarà di circa 200 euro all’anno. Sulla parte di pensione che supera quattro volte il minimo Inps – prosegue l’Enpam – l’incremento previsto è dello 0,50% dell’indice di inflazione (cioè 0,55%)».
«A differenza del metodo applicato dall’ente dei medici e dei dentisti – prosegue la Fondazione elencando i vantaggi dell’Enpam ai medici in pensione e a chi sta per andarci -, il meccanismo di perequazione dell’Inps va dal 100% per le pensioni più basse (entro tre volte il minimo) fino a scendere al 45% per gli importi oltre sei volte il reddito minimo. Inoltre, diversamente dal sistema dell’Enpam che ha una formula di tutela con una rivalutazione per scaglioni di reddito, l’adeguamento dell’Inps interessa l’importo complessivo. Cioè – spiega l’Enpam in una nota -, se per via del proprio reddito si ha diritto a una percentuale di rivalutazione ridotta, l’istituto pubblico applica quella percentuale sull’intero assegno, non solo sulla parte che eccede determinate soglie. C’è da considerare poi – precisa – che la Fondazione ha sempre rivalutato le pensioni, mentre nel caso dell’Inps gli adeguamenti sono stati pari a zero per due anni (2012-2013), accumulando così un ritardo che si trascina nel tempo».
LEGGI ANCHE: PENSIONI IN CUMULO, È FATTA. RAGGIUNTO L’ACCORSO TRA INPS E ENPAM: PAGAMENTI DAL 20 APRILE