di Franz Baruffaldi Preis, chrirurgo plastico e membro SICPRE
Nei giorni scorsi la chirurgia estetica è tornata al centro del dibattito pubblico. Merito, suo malgrado, di Emilio Fede, ospite della trasmissione Non è l’Arena su La7. Da Giletti l’ex direttore del Tg4 è apparso con le guance gonfie e lo sguardo aperto, come se le sopracciglia fossero state tirate all’insù. Lui però ha negato ogni ritocco e, successivamente, alla trasmissione radiofonica La zanzara, ha rincarato la dose sostenendo che «utilizzare il botulino è reato». Una presa di posizione che ha provocato la reazione dell’AITEB (Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino) che ha smentito le dichiarazioni dell’ex giornalista di Rai e Mediaset. «La tossina botulinica non è assolutamente vietata perché sennò tutti noi che lo utilizziamo saremmo in galera», spiega a Sanità Informazione il professore Franz Baruffaldi Preis, Primario dell’Unità Funzionale di Chirurgia Plastica presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi, I.R.C.C.S. , a Milano e socio della SICPRE – Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed estetica.
Professore, si parla molto in questi giorni di Emilio Fede. Dopo la sua apparizione alla trasmissione l’Arena, in molti hanno pensato a un suo ricorso alla chirurgia estetica. Lui ha negato sostenendo che il botulino è vietato per legge. Che ne pensa?
«Ognuno deve fare quello che pensa sia meglio fare. Io non posso sapere se lui è ricorso o meno alla chirurgia plastica. Se l’ha fatto, l’ha fatto perché la cosa gli faceva piacere ma bisognerebbe essere in sala operatoria per capire cosa gli viene fatto. Bisogna stare un pochino attenti al concetto che è riproducibile per la chirurgia plastica del “re nudo”. Ossia ci sono delle situazioni nelle quali uno viene coinvolto in una serie di interventi sempre più aggressivi dove gli viene detto che ogni volta è sempre meglio ma in realtà è sempre più nudo, sempre più spogliato. Si arriva a delle situazioni paradossali in cui la naturalezza dei lineamenti viene un po’ meno. Bisognerebbe stare attenti a queste situazioni e avere a che fare con dei professionisti in grado ogni volta di dire: adesso bisogna fermarsi, metabolizzare e vedere se quello che stiamo facendo è una cosa corretta o scorretta. Però è anche vero che il paziente prende in considerazione il fatto di fare tanti interventi estetici sapendo che ogni volta il suo viso possa un po’ cambiare, quindi è un po’ anche una scelta del paziente. Non si può dire che la scelta sia solo del responsabile chirurgo plastico che ha fatto l’intervento. In questo caso direi che la responsabilità è 50% e 50%».
Ma il botulino è vietato?
«La tossina botulinica non è assolutamente vietata perché sennò tutti noi che lo utilizziamo saremmo in galera. La tossina botulinica è importata, ci sono più ditte che la producono. È una delle procedure più frequenti che vengono eseguite in chirurgia estetica, serve per migliorare l’aspetto del viso. Ha permesso di evitare interventi importanti che si facevano una volta per spianare la fronte: si faceva il lifting frontale che voleva dire incidere il cuoio capelluto, tirare, far sottostare i pazienti a delle convalescenze lunghe, gonfiori, ecc. Adesso con un’infiltrazione di tossina botulinica si riesce ad avere lo stesso risultato. Sono tanti anni che si utilizza. La tossina botulinica nasce per risolvere problemi funzionali importanti specie in oculistica o per la correzione di problemi di spasmi muscolari importanti a livello di torcicollo miogeno o al livello dello spasmo della palpebra e tutti noi chirurghi plastici la utilizziamo con buon successo anche perché le possibili complicanze della tossina botulinica sono davvero limitate ai minimi termini e poi la cosa positiva è che uno la fa, ottiene un certo risultato e, se è contento di un certo risultato, dopo 4-6 mesi quando non fa più effetto può tornare a rifare l’infiltrazione di tossina botulinica. Se non è contento ha un biglietto di ritorno, cioè torna ad essere come prima. Cosa che altri interventi un po’ più impegnativi e più innaturali non permettono di ottenere».
Allargando il ragionamento, quali sono le nuove frontiere della chirurgia estetica? Oggi sappiamo che ci sono interventi sempre meno invasivi…
«La chirurgia estetica è una chirurgia che è nata 150 anni fa. Noi nuovi chirurghi plastici abbiamo ereditato delle tecniche antiche dove i nostri padri hanno inventato tutto per noi. L’unica novità che abbiamo molto importante e che ci aiuta sia nella chirurgia estetica che nella chirurgia ricostruttiva è l’invenzione di questo nuovo tessuto ossia la rivalutazione, perché è sempre esistito, del grasso. Il tessuto adiposo è un tessuto che ci permette di rigenerare tessuti del viso, tessuti del corpo sottoposti a traumi, sottoposti a incidenti e malformazioni. Noi lo utilizziamo non solamente come riempitivo ma anche per questa sua qualità di rigenerante legata a queste cellule che sono vicine agli adipociti che si chiamano pre-adipociti e che hanno la capacità di riparare danni messi in situazione di difficoltà. È l’unico campo in cui noi abbiamo una vera rigenerazione e questa è la vera novità della chirurgia plastica che non è una novità perché sono 15 anni che la utilizziamo però se noi vogliamo trovare un campo davvero innovativo è il tessuto adiposo».