Il premier Renzi conferma il tetto ai manager, ma niente tagli ai medici.
“Non una fiera ma il momento per fare la pianificazione e il punto della situazione nel settore sanità”. Così aveva presentato gli Stati Generali della Salute il ministro Beatrice Lorenzin, protagonista dell’evento che si è tenuto all’Auditorium “Parco della musica” l’8 e 9 aprile scorsi.
Un’assemblea generale, dunque, un momento di raccordo e confronto su tutto quel che riguarda la situazione attuale della sanità italiana che ha unito tutti gli addetti ai lavori.Ad aprire la kermesse, dopo l’intervento della padrona di casa, quello del presidente del Consiglio Matteo Renzi, alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Il premier Renzi ha spiegato quali sono gli aspetti legati alla sanità su cui focalizzare maggiormente l’attenzione nell’operato del suo esecutivo: la necessità di spendere meglio le risorse che vengono impiegate nella gestione della sanità pubblica e l’importanza della prevenzione. In particolare, il capo del governo ha sottolineato come “nella discussione sulle riforme istituzionali e costituzionali appare evidente che la revisione della spesa vada fatta. Per questo motivo chi ha speso troppo in questi anni, chi ha sempre evitato di fare sacrifici, sappia che è arrivato il momento di restituire quel che ha avuto a favore di chi ha avuto di meno. Le famiglie che vivono con meno di 1.500 euro al mese sono troppe, dobbiamo pensare prima di tutto a loro.E se questo vuol dire fare tagli anche nel vostro settore, significherà che nessun manager delle Asl, così come nessun manager pubblico, potrà più superare un certo tetto di stipendio”. I medici pare quindi possano comunque dormire sonni tranquilli: questi tagli non riguarderanno i loro stipendi.
Le risorse vanno dunque spese meglio. Un concetto ribadito anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “In questi giorni abbiamo preparato il Def, un documento fondamentale che ci permetterà di riorganizzare la spesa per farla ripartire. La sanità è uno dei settori su cui si deve operare, non soltanto però attraverso una rimodulazione delle risorse impiegate, ma anche concentrando attenzioni e forze verso una maggiore attenzione nei confronti della prevenzione”.
Oltre al Def c’è però un altro passo che il governo si accinge a fare, ed è quello del Patto per la Salute. Anche qui, le direttive sono sempre le stesse: spendere meno, spendere meglio. Le ricette, al momento, sono le più diverse, ma tutte passano per un accordo forte tra lo Stato e le Regioni. Accordo che dovrà tenere in considerazione anche le modifiche al Titolo V della Costituzione, almeno nella parte che riguarda la divisione di competenze in materia sanitaria tra enti locali e governo.
Improrogabile semba essere, però, una riorganizzazione della rete ospedaliera; in questo momento, secondo il segretario generale Sumai Roberto Lala, è infatti “distribuita sul territorio in maniera totalmente iniqua. Bisogna costruire un nuovo sistema reticolare che sia imperniato – conclude Lala – essenzialmente sull’informatizzazione delle procedure”.