Sui disturbi alimentari impegno di lungo corso della senatrice forzista che auspica una «legge condivisa». Poi chiede che si torni sul tema della terapia del dolore e delle cure palliative: «Serve relazione per capire impatto della legge»
Nella scorsa Legislatura ha ricoperto ruoli importanti: è stata non solo Vicepresidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio ma anche e soprattutto Vicepresidente della Commissione Sanità. Maria Rizzotti, medico chirurgo specializzata in chirurgia plastica, Senatrice di Forza Italia, ha le idee chiare sul futuro della sanità italiana e annuncia che continuerà il suo impegno sul tema anche in questa XVIII Legislatura. A partire da quel disegno di legge di contrasto all’anoressia e alla bulimia che prevedeva anche l’istituzione del reato di istigazione al suicidio e che voleva regolamentare l’attività delle agenzie di moda. Dopo anni di attesa lo scorso dicembre si stava per giungere a una legge condivisa con tutte le forze politiche ma lo scioglimento delle Camere ha interrotto tutto. «Penso che su argomenti come la sanità non ci dovrebbero essere prese di posizione ideologiche», spiega a Sanità Informazione. «Il nostro Sistema sanitario – aggiunge Rizzotti – ha compiuto 40 anni e avrebbe bisogno di una revisione. Ma si deve pensare nell’insieme per continuare ad avere un Sistema sanitario di eccellenza universale e gratuito com’è il nostro».
Rizzotti: «Lotta ad anoressia e bulimia tra le mie priorità»
Senatrice, la legislatura è al via. Lei in quella passata si è occupata di temi sanitari, è stata anche Vicepresidente della Commissione Sanità. Pensa di tornare ad occuparsi di questi temi anche in questa XVIII legislatura?
«Spero proprio di sì, anche perché è un tema che mi sta a cuore. Così avevo scelto dal 2008 in quanto io sono un chirurgo e quindi ho portato quelle che potevano essere le mie esperienze e conoscenze professionali in Parlamento. Nella scorsa legislatura sono stati affrontati molti temi, si è portato a termine il disegno di legge sulle professioni sanitarie, la riforma degli ordini professionali, la responsabilità in ambito sanitario; come opposizione abbiamo collaborato in modo molto responsabile e costruttivo riconosciuto anche dalla Presidente De Biasi anche perché io credo profondamente che su argomenti come la sanità non ci dovrebbero essere prese di posizione ideologiche perché la salute dei cittadini è un bene così importante che c’è l’obbligo di lavorare insieme per sostenere questo Sistema. Abbiamo svolto una lunghissima indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Sistema sanitario, abbiamo affrontato tanti temi da quello dei vaccini a quello della disposizione anticipata di trattamento. Quindi io spero in questa legislatura anche per poter riprendere in mano determinati disegni di legge e portarli a termine. Ma io sono profondamente convinta che ogni legge dello Stato dovrebbe essere monitorata e rivista in base a quello che è l’impatto della legge sulla nostra società. In teoria in quasi ogni disegno di legge sia di iniziativa parlamentare che governativa c’è un articoletto in fondo che dice: il governo deve presentare una relazione annuale al Parlamento. In realtà questo fatto accade molto raramente. Ad esempio in ambito sanitario una legge che ha segnato il punto, la legge 38 del 2009, nella XVI legislatura, sulla terapia del dolore e le cure palliative, una legge molto importante e moderna, questa famosa relazione al Parlamento per vedere come erano state create le reti per la terapia del dolore e le cure palliative non è mai stata presentata. Quindi anche questo sarà un tema da riprendere e vigilare ed eventualmente modificare».
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C’è un disegno di legge che le sta particolarmente a cuore, a parte le cure palliative?
«La prima cosa che farò, anzi credo di aver già fatto, è ripresentare il disegno di legge sui disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia e la bulimia perché è un problema gravissimo che interessa circa 3 milioni di ragazzi e ragazze e ormai bambini tra i 10 e gli 11 anni, anche maschi. Infatti nel mio disegno di legge c’era l’introduzione nel codice dell’articolo 580 bis, l’istigazione al suicidio. Purtroppo il primo disegno di legge a questo proposito l’avevo presentato nel 2008, l’esame stava giungendo a termine nel 2017, a dicembre avevamo la Commissione deliberante. Poi invece non c’è più stato il tempo. Sarebbe stato il primo disegno di legge in Europa per la regolamentazione delle agenzie di moda, delle indossatrici. Certamente ci sono altre priorità, deciderà il governo ma io credo che su un tema del genere dove appunto c’era la convergenza di tutte le forze politiche per avere la Commissione deliberante sarebbe molto utile poter continuare l’esame e rendere legge per poter combattere quelle che sono i 300mila siti pro ana e pro mia che distruggono i nostri ragazzi. Mi auguro che possa essere preso presto in considerazione e cominciare ad avviare tutto un percorso per non lasciare sole le famiglie di queste ragazze che muoiono. È la prima causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 24 anni. Direi che sarebbe il caso. Con una deliberante è una cosa che si può fare molto rapidamente. Ci terrò molto e lo farò presente».
Rizzotti: «Medici e personale sanitario demotivati, problema della sanità da risolvere alla base»
In conclusione, un tema che riguarda tantissimi medici. C’è una trattativa in corso, ci sono differenze soprattutto dal punto di vista economico ma non solo. Perché non si riesce a sbloccare questa trattativa sul contratto dei medici?
«Innanzitutto penso che il precedente governo avrebbe dovuto occuparsene prima ma nell’ambito di una apertura su quelli che sono i problemi della sanità in Italia. Certamente è un grande problema il rinnovo del contratto. È stata fatta questa cosa raffazzonata in tema di campagna elettorale. Si deve pensare di risolvere il problema alla base. Noi abbiamo medici e personale sanitario ampiamente demotivati: ci sono turni massacranti, l’Italia è in procedura d’infrazione per i turni massacranti dei medici e degli operatori sanitari. Si è bloccato il turnover, soprattutto nelle regioni in piano di rientro, abbiamo 10mila medici di famiglia che sono andati in pensione, è stato calcolato che ci saranno nei prossimi anni altri 20mila medici che andranno in pensione lasciando le famiglie senza il loro medico di riferimento, circa 14 milioni di italiani senza medico di base, allo stesso tempo negli ultimi anni 10mila giovani medici sono andati all’estero. Allora il problema non è soltanto il rinnovo del contratto. Si deve parlare di formazione, di scuole di specializzazione dove c’è un enorme problema, hanno ridotto il numero, senza sapere di cosa stavano parlando. Si può calcolare che ad esempio ogni regione potrebbe investire 4-5 milioni di euro. Il sistema sanitario dev’essere rivisto senza posizioni ideologiche. Ha compiuto 40 anni e avrebbe quindi bisogno di una revisione. Ma si deve pensare nell’insieme per continuare ad avere un sistema sanitario di eccellenza universale e gratuito com’è il nostro. Dobbiamo pensare sicuramente ad un rifinanziamento del fondo sanitario ma parallelamente proseguire, anzi, iniziare una vera lotta agli sprechi. È stato calcolato che su 10 euro spesi in sanità 2 sono sprecati. E gli sprechi non sono la corruzione, quello è un altro capitolo purtroppo abbastanza all’ordine del giorno. I nuovi Lea sono una cosa bellissima, ma quante sono le regioni ad applicarli? Chi controlla che vengano applicati? Come arrivare a dare le stesse prestazioni a ogni cittadino in ogni regione e nell’ambito di ogni regione? Questi sono i problemi da affrontare».
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