Il protocollo in sette punti prevede anche dei corsi di formazione a ciclo continuo per i cronisti. Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma annuncia una riunione con i dirigenti sanitari per affrontare il tema delle aggressioni al personale sanitario
Una grande alleanza tra medici e giornalisti per combattere le fake news in ambito medico. È l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato oggi dal Presidente dell’OMCeO Roma Antonio Magi e dal Segretario dell’Associazione Stampa Romana Lazzaro Pappagallo.
Un documento che serve a creare un terreno comune di confronto e di ascolto, uno strumento per rilanciare «il ruolo fondamentale, sociale, rivolto ai cittadini, di entrambe le organizzazioni», si legge nel preambolo. Sette punti che mirano in particolare alla realizzazione di due iniziative: periodici corsi di formazione per i giornalisti e la creazione di un gruppo di esperti di ‘pronta risposta’, un filo diretto tra medici e stampa su temi di stringente attualità.
«In questo momento questa è un’intesa importante che favorisce la collaborazione tra le professioni per evitare le fake news – spiega il Presidente OMCeO Magi a Sanità Informazione –. In questo modo i giornalisti avranno un punto di riferimento per vedere se quello che stanno per pubblicare ha un fondamento reale o meno, un modo per evitare di comunicare qualcosa di non corretto. Nello stesso tempo i giornalisti si impegneranno, nel momento in cui abbiamo necessità di comunicare cose importanti alla popolazione, a riprendere le comunicazioni che riguardano i cittadini per poterli informare in maniera corretta».
«Questo protocollo non è un pezzo di carta ma vuole essere un percorso di pratiche comuni e condivise – spiega Lazzaro Pappagallo -. Abbiamo bisogno di sgombrare il campo dalle fake news. Pensiamo che dei cicli di formazione su temi fondamentali e rilevanti sia per il nostro mestiere che per quello dei medici possano essere già un modo per bonificare il campo. L’altro, che speriamo di realizzare a breve, è realizzare una specie di presidio di primo intervento fornito ai colleghi i quali avranno, grazie alla professionalità messe in campo dall’Ordine dei Medici, dei numeri di telefono e dei contatti reali di esperti che potranno dunque indicare quali sono le risposte giuste alle domande e alle nostre curiosità».
Sullo sfondo il tema delle aggressioni ai medici, ormai diventato una emergenza nazionale. Magi, nel corso della conferenza stampa, ha fornito nuovi, allarmanti numeri: nel 2017 si sono verificate 41 aggressioni al 118, 320 negli ambulatori, 20 nelle case di riposo, 400 nei reparti di degenza, 37 in assistenza domiciliare, 456 al pronto soccorso, 72 negli ambulatori Spdc, 62 in terapia intensiva, 11 nei penitenziari. In particolare, il 60% degli atti di violenza contro i medici hanno riguardato minacce verbali, il 20% percosse, il 10% aggressioni a mano armata (con corpi contundenti, coltelli o pistole), il 10% atti di vandalismo. Tra le Regioni, quella con più aggressioni al personale sanitario è la Puglia con il 24%, seguita dalla Sicilia al 15%.
«Vogliamo trovare una soluzione al tema delle aggressioni – spiega Magi –. Ci stiamo muovendo, dato che la Legge Lorenzin dà un nuovo ruolo agli OMCeO, quello di essere non più organo ausiliario dello Stato ma di essere organo sussidiario dello Stato. Abbiamo già convocato una riunione con il Commissario ad acta della Regione Lazio e tutti i Direttori Generali degli Ospedali e delle aziende sanitarie il prossimo 7 maggio all’Ordine dei Medici per cominciare a discutere di questo fatto. Ci sono già delle normative, come la raccomandazione del Ministero della Salute, la numero 9 del 2007, che se fosse applicata risolverebbe gran parte dei problemi».