Nei giorni scorsi due nuovi casi nella città partenopea. Al San Paolo una dottoressa colpita dai familiari di un portantino. Il Presidente dell’OMCeO Napoli: «Siamo in trincea. Camici bianchi siano considerati pubblici ufficiali»
Non si fermano le aggressioni a medici e personale sanitario. Nonostante gli appelli alla politica di tutte le istituzioni sanitarie, a partire dalla FNOMCeO di Filippo Anelli, continua la lunga scia di violenza che vede nel mirino il mondo della sanità. Dopo gli ultimi episodi di Napoli, il Presidente dell’OMCeO Napoli e Segretario FIMMG Silvestro Scotti ha chiesto l’intervento di Sergio Mattarella: «Il Capo dello Stato intervenga come garante della Costituzione sul tema delle continue aggressioni a medici e infermieri».
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Scotti ha rilanciato la proposta in base alla quale il medico, durante l’esercizio delle sue funzioni, venga considerato un pubblico ufficiale che difende anche la Costituzione oltre che ad occuparsi della salute dei cittadini: «Questo consentirebbe l’avvio dell’azione penale d’ufficio, senza aspettare la denuncia di parte», spiega. E aggiunge: «Bisogna capire che i dottori sono in trincea, e non si possono scaricare su di loro i problemi della Sanità italiana».
Nei giorni scorsi due nuovi casi a Napoli: un medico di famiglia è stato accoltellato ieri pomeriggio al volto durante una visita domiciliare per una lite scoppiata all’improvviso tra un paziente psichiatrico e la madre. È stato medicato con sei punti di sutura al mento e ha riportato anche la frattura di una scapola. L’altro episodio risale al 25 aprile, è avvenuto al pronto soccorso dell’Ospedale San Paolo dove una dottoressa in seguito a un diverbio con un portantino è stata colpita da una parente di lui, con precedenti penali, ricoverata nel nosocomio ma fuori dal suo reparto. A riferire i fatti è stato Manuel Ruggiero, fondatore e presidente di Nessuno tocchi Ippocrate, oltre che medico del 118 di Napoli, che ha ideato una pagina Facebook in seguito alle continue aggressioni subite dal personale sanitario in strada e tra le mura ospedaliere.