L’avvocato Marco Tortorella, uno dei massimi esperti della materia, spiega cosa cambia con le ultime sentenze del Tribunale di Roma: «La rivalutazione era prevista dalla normativa ma non era mai stata attuata. Ora puntiamo al riconoscimento delle differenze retributive»
Una recentissima sentenza del Tribunale di Roma ha riconosciuto a 145 medici ex specializzandi ’93-2006 il diritto all’aumento triennale delle borse di studio, negato durante la formazione post-laurea nonostante fosse previsto dal Contratto Collettivo nazionale dei medici neoassunti. Il Tribunale ha stabilito che «si deve riconoscere in favore dei medici specializzandi il diritto a beneficiare della rideterminazione triennale dell’importo percepito a titolo di borsa di studio, in funzione del miglioramento stipendiale tabellare minimo previsto dal CCNL del S.S.N. dei medici neo assunti, ai sensi dell’art. 6, comma 1, del d.l.vo n. 257/1991». Ma cosa cambia, nello specifico, grazie a questa sentenza, e quali sono i prossimi ostacoli da superare nelle aule dei tribunali per i medici ex specializzandi? Ce lo spiega l’avvocato Marco Tortorella, tra i principali esperti della questione, con oltre 530 milioni di euro fatti riconoscere dai tribunali in favore dei medici tutelati dal network legale Consulcesi.
Avvocato, una recente sentenza del tribunale di Roma ha dato a 145 ex specializzandi tra il 1993 e il 2006 un diritto molto importante, ci può dire quale?
«Si tratta di una sentenza che segue un’altra analoga emanata sempre del Tribunale di Roma e che riconosce il diritto alla rivalutazione triennale delle somme che i medici hanno percepito durante il loro corso di specializzazione. Questa rivalutazione triennale, questo incremento triennale, era previsto dalla normativa ma non era mai stato attuato. Con questa sentenza il Tribunale di Roma ha riconosciuto, da un lato, il diritto ad avere l’incremento (e per questo è molto importante), dall’altro ha individuato nella Presidenza del Consiglio dei Ministri l’organo deputato a riconoscere questo incremento a titolo risarcitorio come mancata attuazione delle direttive comunitarie».
Cosa cambia con questa pronuncia? È una sentenza che farà giurisprudenza?
«Come tutte le sentenze crea un precedente. Tra l’altro questa sentenza non è isolata ma proprio nella Seconda Sezione del Tribunale di Roma ce n’è un’altra analoga che interviene in una materia che è oggetto di una grande evoluzione giurisprudenziale in questo periodo».
Con le vostre azioni legali avete cambiato spesso la giurisprudenza in favore dei medici, in particolare degli ex specializzandi. Quali sono i prossimi principi da “scardinare”?
«La giurisprudenza la fanno i giudici. Con le azioni che sono state poste in campo da centinaia migliaia di medici c’è stata una grande evoluzione giurisprudenziale in questa materia. La parte che ancora deve vedere un pieno riconoscimento è quella sulle differenze retributive, sulla maggiore remunerazione di cui attualmente godono i medici che svolgono i corsi di specializzazione, ma di cui non hanno beneficiato i medici che hanno svolto i corsi di specializzazione dal 1993 fino al 2006».