Il totale del mese come la somma di gennaio e febbraio. La Sicilia la regione più colpita, poi Lazio e Calabria. Dati in calo rispetto al 2017 quando nei primi tre mesi i colpiti erano stati 1755. Record in Francia, con 1900 infetti da inizio anno
Continua l’emergenza morbillo in Italia. L’Istituto Superiore di Sanità, nel consueto bollettino Morbillo Rosolia news, ha fornito i dati relativi al mese di marzo che segnano un incremento notevole: i casi sono stati 349, pari all’incirca al totale registrato a gennaio-febbraio (411). «Il forte aumento non sorprende – afferma il presidente Iss Walter Ricciardi – e questo per l’alto numero di persone non vaccinate e dunque a rischio».
In totale, dal primo gennaio al 31 marzo, 18 Regioni hanno segnalato all’Iss 805 casi con 4 decessi. Tuttavia il totale dei casi dei primi tre mesi di quest’anno è dimezzato rispetto al primo trimestre del 2017 (nei primi tre mesi del 2017 erano stati 1755).
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Ad essere colpite, nel 92% dei casi, sono state persone che non erano vaccinate, con un’età media di 25 anni. Ci sono stati però 175 casi in bambini con meno di 5 anni di età, di cui 61 sotto l’anno di vita. Diciotto le regioni che hanno segnalato casi, anche se l’87% si è concentrato tra Sicilia (403), Lazio (139), Calabria (68), Campania (50) e Lombardia (39). La Sicilia si conferma di gran lunga la regione più colpita, con picco nel catanese dove si sono registrati tre decessi. Un’emergenza che ha spinto la Regione a intervenire con un piano apposito che prevede una riduzione delle liste d’attesa per le vaccinazioni e un aumento dei vaccinatori in tutta l’isola, un protocollo per la presa in carico del paziente esteso a tutti i Pronto soccorso, uno screening del personale sanitario e di quello scolastico.
Il morbillo non ha risparmiato neanche gli operatori sanitari: 38 i professionisti colpiti, di cui diciannove con complicazioni. In generale la complicanza più frequente è stata la stomatite (27,8%), seguita da diarrea (20,6%) e cheratocongiuntivite (15,8%), oltre a polmonite (11,7%), insufficienza respiratoria (5,8%), otite (4,6%) e trombocitopenia (3,7%). Per quanto riguarda invece la rosolia i numeri sono più bassi: dall’inizio del 2013 sono stati segnalati 219 casi, di cui 65 nel 2013, 26 nel 2014, 26 nel 2015, 30 nel 2016, 67 nel 2017 e 5 nei primi tre mesi del 2018.
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Se l’Italia piange, la Francia non ride. Anche oltralpe la situazione è critica: in 80 dipartimenti sono stati 1.900 i casi di morbillo dall’inizio dell’anno secondo uno studio di Santé publique, l’Agenzia di sanità pubblica francese. Una situazione che è il risultato di una copertura vaccinale inadeguata nei neonati (79%, con due dosi di vaccino invece del 95% necessario), ma anche tra i bambini e tra i giovani adulti.