Il responsabile Sanità dem all’attacco delle riforme economiche del futuro governo M5S-Lega: «In tutti i Paesi in cui è stata adottata l’aliquota unica, tranne la Russia, ha portato ad una riduzione delle entrate per lo Stato. Così a rischio Ssn»
Il nuovo governo ‘giallo-verde’ non è ancora nato ma l’ambizioso programma di riforme economiche del futuro esecutivo Lega – M5S, dalla flat tax al reddito di cittadinanza, è già oggetto di polemica politica. A lanciare l’allarme è Federico Gelli, ex deputato e responsabile Sanità del Partito Democratico. «L’ipotesi di una flat tax, come quella promessa in campagna elettorale dalla Lega, non solo metterebbe a rischio la tenuta dei conti del nostro Paese ma minerebbe la sostenibilità economica del Servizio sanitario nazionale».
«Il crollo del gettito – sostiene Gelli – che verrebbe generato si tradurrebbe in un mancato finanziamento per la sanità pubblica. Tutta la costruzione della flat tax si poggia su alcuni postulati: emersione dell’economia sommersa, ripresa dei consumi e forte crescita economica. Parliamo di elementi aleatori e tutti da verificare sul banco di prova della realtà».
Secondo Gelli l’introduzione di una flat tax con un’aliquota così bassa potrebbe far calare drasticamente il gettito e, di conseguenza, le risorse disponibili al finanziamento della sanità.
«Ad oggi – conclude Gelli – sappiamo che in tutti i Paesi in cui è stata adottata, tranne la Russia, ha portato ad una riduzione delle entrate per lo Stato. Quello che possiamo dare per certo è che, specie nei primi anni, verrebbero dunque meno le basi del finanziamento del Ssn. Nessun Paese occidentale ad economia avanzata ha un sistema fiscale basato sulla flat tax e, soprattutto, nessun Paese con la flat tax riesce a sostenere un sistema sanitario pubblico e universale come quello italiano».