Pubblicato il World Health Statistics 2018. Ecco gli obiettivi dei prossimi cinque anni che i delegati dei 194 Paesi membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità stanno discutendo a Ginevra
«Entro il 2023, dobbiamo salvare la vita di 29 milioni di persone». È questo uno degli obiettivi che si pone il Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus e che illustra alla settantunesima Assemblea Mondiale dell’OMS. In corso a Ginevra, dove i lavori termineranno il prossimo 26 maggio, è l’occasione che consente ai delegati dei 194 Stati membri di confrontarsi sugli obiettivi raggiunti in termini di assistenza sanitaria e salute della popolazione mondiale e sulle sfide da affrontare nel prossimo futuro.
Ed è in quest’ottica che si inserisce l’ambizioso programma del Direttore Generale. Dopo un anno di intenso confronto tra Paesi membri, partner ed esperti, è stato redatto il Programma Generale di Lavoro dell’OMS per i prossimi cinque anni, che verrà discusso dall’Assemblea. Tra i punti da evidenziare, quello del “triplo miliardo”: un miliardo di persone in più dovranno beneficiare della copertura sanitaria universale; un miliardo di persone in più dovrà essere tutelato in modo migliore dalle emergenze sanitarie; un miliardo di persone in più dovrà godere di uno stato di salute e di benessere migliore.
Tra i temi in programma, poi, il ritorno dell’ebola in Africa centrale, le emergenze sanitarie, la polio, l’importanza dell’attività fisica, i vaccini, le malattie cardiache e reumatiche. Da affrontare, poi i dati pubblicati nei giorni scorsi nel World Health Statistics 2018 e relativi allo stato di salute della popolazione mondiale: meno della metà della popolazione mondiale, ad esempio, ha accesso ai servizi sanitari di cui ha bisogno; nel 2010 quasi 100 milioni di persone sono finite sul lastrico per pagarsi l’assistenza sanitaria; ogni anno 13 milioni di persone muoiono prima di compiere 70 anni a causa di malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, diabete e cancro; ogni giorno, nel 2016, sono morti 15mila bambini al di sotto dei cinque anni. E se in alcune aree del mondo sono stati compiuti progressi importanti, in altre regioni questo miglioramento non si è verificato, e quei pochi passi avanti che sono stati fatti sono costantemente a rischio.
«Questi dati – ha dichiarato Tedros -, ci indicano che la strada da percorrere è ancora molto lunga. Nonostante i grandi successi ottenuti negli ultimi anni, che ci hanno permesso di allungare l’aspettativa media di vita di 25 anni, di salvare la vita di milioni di bambini e ottenere ottimi risultati nello sradicamento di malattie mortali come il vaiolo e, presto, la polio, sono ancora troppe le persone che muoiono di malattie prevenibili; troppe finiscono in povertà per pagarsi l’assistenza sanitaria; troppe non hanno alcun accesso alle cure. E questo non è accettabile. Dal canto nostro – conclude – stiamo trasformando il modo in cui lavoriamo per raggiungere l’obiettivo più importante: creare un mondo in cui la salute sia un diritto assicurato a tutti».
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