È aprile il mese dell’omeopatia. In tutto il mondo, e in Italia in particolare, la medicina e i farmaci omeopatici sono sempre più al centro dell’attenzione e da statistiche recenti il nostro risulta il terzo mercato europeo. Ma, in realtà, quella classifica, l’Italia, potrebbe anche comandarla. Questo secondo uno dei massimi esperti italiani intervistato da […]
È aprile il mese dell’omeopatia. In tutto il mondo, e in Italia in particolare, la medicina e i farmaci omeopatici sono sempre più al centro dell’attenzione e da statistiche recenti il nostro risulta il terzo mercato europeo. Ma, in realtà, quella classifica, l’Italia, potrebbe anche comandarla.
Questo secondo uno dei massimi esperti italiani intervistato da Sanità informazione, il professor Dario Chiriacò, docente di Omeopatia e Medicine Naturali e Presidente dell’Ordine dei Medici di Rieti.
«Secondo me siamo qualcosa di meglio, per un motivo molto semplice: il primo e il secondo mercato sono la Francia e la Germania, paesi nei quali l’omeopatia ha una veste ufficiale decisamente superiore, e nei quali c’è un parziale rimborso da parte del sistema sanitario delle spese e delle visite omeopatiche. In Italia questo non avviene, per cui tutta l’omeopatia è a carico del portafoglio del cittadino, per cui forse come utilizzo siamo i secondi o i primi. Questo ci conferma un’altra cosa, che anche in un momento di difficoltà economica, di crisi, il cittadino italiano sta crescendo a livello di consapevolezza, e questo è importante nonostante ci siano delle carenze normative nel nostro Paese che stenta ad adeguarsi anche alle sollecitazioni della Ue».
L’omeopatia però, a volte, viene chiamata in causa dalla cronaca e si finisce per parlarne a sproposito. In questo senso proprio il corso ECM da lei tenuto per Sanità in Formazione, uno dei più seguiti nel 2015, può essere fondamentale per spiegare esattamente cos’è l’omeopatia, come si pratica e tutte le ricadute positive che può avere.
«Vede, lei ha messo il dito nella piaga. Qui c’è un problema serio, l’omeopata deve essere opportunamente formato. Ho partecipato, in quanto presidente dell’OMCeO di Rieti, Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici del Lazio e responsabile della Commissione Nazionale FNOMCeO per le medicine non convenzionali, al percorso legislativo che ha portato alla recente normativa. Per cui sono fondamentali questi corsi FAD, come quello a cui lei accennava (“L’omeopatia tra le medicine complementari in Italia”) perché così si dà una prima informativa precisa, dettagliata, documentata, per chi poi vuole avvicinarsi a questa disciplina con corsi più specifici come quelli del Centro Omeopatico Italiano Ippocrate che ho contribuito a creare negli anni scorsi. Il medico deve essere formato bene, con regole certe. Poi, altro aspetto, è quello del nuovo codice di deontologia medica FNOMCeO che dice chiaramente che l’utilizzo di medicine non convenzionali non può assolutamente, a maggior ragione in determinate patologie gravi, escludere l’uso della medicina ufficiale. Serve il chirurgo? Si va dal chirurgo. Serve l’oncologo? Si va dall’oncologo. Solo dopo associamo l’omeopatia, associamo l’agopuntura. Non siamo né maghi, né niente, siamo prima di tutto laureati in medicina. L’omeopatia è una cosa meravigliosa, se lei pensa che in quasi tutti i Paesi esistono gli ospedali omeopatici e mancano in Italia. Ed è fondamentale che ci sia un chiarimento, cioè si deve capire che cos’è l’omeopatia, cioè da chi va fatta, della possibilità di controllare il medico. Io cittadino, io paziente, chiamo l’ordine e dico il dottor Chiriacò, nel caso mio all’Ordine di Rieti, è laureato in medicina? Sì. È iscritto nei registri dell’omeopatia? Sì. È una sorta di garanzia per l’utente».
Quindi un corso è fondamentale per formare ancora di più i medici e informare i cittadini?
«È buono per il farmacista, è buono per il medico, è buono per chiunque. Ed è anche una cosa estremamente comoda, tranquilla. Questa è la tecnologia del 2016, e secondo me lo sarà sempre di più. È importantissimo che il cittadino, il medico, che tutti si rendano conto di che cosa è e di che cosa stiamo parlando».