Ai nostri microfoni l’AD di PMI Italia Eugenio Sidoli spiega cosa ha spinto il colosso del tabacco a investire su prodotti alternativi potenzialmente meno dannosi: «La ricerca sta facendo passi da gigante»
«La sigaretta è roba del passato. La nostra azienda ha deciso di portare i fumatori, sia quelli che non vogliono smettere, sia quelli che non ci riescono, nel 21esimo secolo». Così l’AD di PMI Italia Eugenio Sidoli spiega i motivi che hanno spinto il colosso del tabacco ad investire su un nuovo tipo di “esperienza” per il fumatore. Dal tabacco bruciato («Il vero problema del fumo sono le tossine che vengono sprigionate dalla combustione», sostiene Sidoli) a quello riscaldato attraverso uno strumento ad alta tecnologia. L’AD Sidoli spiega ai nostri microfoni la vision di Philip Morris.
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Pmi Italia al Festival della Scienza Medica a Bologna perché sta investendo proprio nella ricerca scientifica per portare il fumo di sigaretta nel nuovo secolo…
«Il nostro obiettivo è quello di portare nel 21esimo secolo prodotti che sostituiscano quelli che nel secolo scorso hanno fatto diventare il fumo una tematica di dibattito a livello planetario. Il fumo uccide e genera malattie, è un fatto noto e la nostra azienda ha deciso di prendersi impegni molto precisi per sviluppare alternative ai prodotti da fumo che siano meno dannose per la salute dei fumatori. È importante sottolineare come questi non siano prodotti esenti da rischio, non sono neanche prodotti disegnati per far smettere di fumare. Sono stati invece disegnati per chi o non ha intenzione di smettere oppure semplicemente non ci riesce. Ovviamente, tutti quelli che hanno un problema con il fumo dovrebbero smettere di fumare. Per chi invece vuole continuare a farlo, le alternative che la nostra azienda sta sviluppando rappresentano delle ottime alternative. In questi ultimi due anni, da quando cioè abbiamo lanciato questi prodotti, hanno dato prova di avere il potenziale giusto per poter sostituire, anche in modo permanente, la sigaretta combusta, dando un’alternativa a chi aveva l’abitudine del fumo. Alternativa che dà comunque la parte di piacere riducendo, potenzialmente, il rischio per la salute in modo significativo».
Abbiamo sentito diversi specialisti medici che, sulla base delle ricerche indipendenti o anche condotte dal vostro centro di ricerca, attestano come ad esempio l’assenza di combustione in alcuni di questi prodotti riduca notevolmente le sostanze tossiche e quindi l’impatto su dermatologia, odontostomatologia e altre specializzazioni di questo genere.
«La ricerca scientifica ha fatto passi da gigante negli ultimi 30-40 anni. La ricerca ci ha fatto capire che il vero problema del fumo sono le tossine che vengono sprigionate dalla combustione del tabacco, della carta e di tutte le componenti che ci sono nella sigaretta. Eliminando la combustione attraverso la riduzione della temperatura, una buona parte di questi composti tossici non vengono più a formarsi, e questo rende meno tossico il prodotto. Certo, ci vuole ancora molto lavoro da fare per poter dire che il prodotto è meno rischioso o dannoso. La clinica che stiamo sviluppando ci sta dando indicazioni molto positive ma è evidente che il dibattito con la comunità medico-scientifica diventa fondamentale perché le nostre evidenze, generate in laboratori che lavorano con pratiche cliniche che sono gli standard dell’industria, servono proprio per dare lo spazio alla nostra azienda e al mondo medico-scientifico di confrontarsi e di scegliere le soluzioni migliori per il futuro di questa categoria».