«Nessun cittadino deve restare risposte alla necessità di assistenza, in questo pubblico e privato devono stringere alleanza» così Paolo Parente, medico di Sanità pubblica dell’Università Cattolica di Roma
La sanità del futuro dovrà partire da una solida base, la priorità in questo scenario è un’alleanza forte tra i due protagonisti del sistema: pubblico e privato. Il nuovo Governo? Che pensi a combattere le diseguaglianze assistenziali. Sintetizza così, Paolo Parente, medico di Sanità pubblica dell’Università Cattolica di Roma e consulente per l’OMS, la sua visione di prospettiva assistenziale a lungo termine. Sanità Informazione l’ha intervistato.
Pubblico e privato che ruoli giocheranno nella sanità del futuro italiana?
«Si tratta di due player fondamentali che mettono a disposizione i loro mezzi per offrire ai cittadini la risposta ai bisogni di salute. Si tratta di interlocutori assolutamente naturali che giocano un ruolo vitale all’interno del sistema e il loro ruolo dovrà essere rafforzato laddove tutti coloro che fanno parte del settore sapranno capire, analizzare e prendere in considerazione le sfide che la sanità stessa presenterà e riusciranno a dare risposte adeguate alla complessità di queste».
In questo senso il nuovo Governo – soprattutto il Ministero della Salute – che sfide dovrà affrontare?
«Le sfide sono tante, sicuramente c’è la sfida della riduzione della diseguaglianza, sia tra le Regioni che nella popolazione, quindi fare in modo che tutti abbiano risposte ad un bisogno di salute (nord, centro e sud), tutti devono ricevere delle cure secondo i principi fondamentali del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Fondamentale che i cittadini ricevano cure che siano eque, che siano giuste in tutte le Regioni con lo stesso livello di qualità e soprattutto che possano dare gli stessi esiti e risultati di salute».
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità gioca un ruolo preponderante in ottica futura, principalmente quali saranno gli impegni prioritari che l’Organizzazione dovrà affrontare?
«L’OMS come agenzia delle Nazioni Unite che si occupa pienamente di salute ha dal 1948 un mandato chiaro: proteggere la salute di tutte le popolazioni del mondo. Le sfide sono molteplici, vanno dal fronteggiare malattie comunicabili, infettive che sono di nuovo – soprattutto in alcuni Paesi – uno degli aspetti più critici da affrontare fino a quelle che sono invece patologie epidemiche che riguardano i Paesi con uno sviluppo socio-economico maggiore. Inoltre uno degli obiettivi principali dell’OMS e di tutti noi che lavoriamo nell’ambito della salute, è garantire una universal coverage per tutti, dunque fare in modo che nessuna persona resti al di fuori della possibilità di ottenere risposte al proprio bisogno di salute. Perseguendo questo obiettivo si possono affrontare, con una visione più chiara e con una fiducia maggiore nei propri mezzi, tutte le sfide che questo momento storico ci presenta».