Si dice d’accordo con la Responsabile della struttura semplice di diagnostica immunologica il Professor Locatelli (Bambino Gesù): «Le vaccinazioni obbligatorie sono una manifestazione di civiltà del nostro Paese». La dottoressa Carsetti spiega poi quali sono i vaccini da fare da adulti, soprattutto in gravidanza
Quando le chiedo se è preoccupata di un passo indietro del nuovo governo sull’obbligo vaccinale, la dottoressa Rita Carsetti non riesce a celare un sorriso imbarazzato. «Sì – poi risponde la Responsabile della Struttura Semplice di Diagnostica Immunologica del Bambino Gesù di Roma -, abbiamo paura che i vaccini obbligatori vengano aboliti. Un obbligo che in altri Paesi non è necessario perché si vaccinano tutti, ma qui sì, finché non riusciremo a diffondere la cultura delle vaccinazioni e far capire perché vaccinarsi è giusto, necessario e importante».
Una risposta simile a quella che dà il Professor Franco Locatelli, Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica presso il medesimo Ospedale, che, anzi, è ancora più netta e incisiva: «La legge promossa dal Ministro Lorenzin porta il nostro Paese in linea con agli standard europei di coperture vaccinali. Tornare indietro vorrebbe dire identificare l’Italia come uno dei Paesi meno evoluti da un punto di vista socio-sanitario, in cui vi è minor tutela delle popolazioni a rischio. Le vaccinazioni obbligatorie sono una manifestazione di civiltà del nostro Paese».
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Sono dichiarazioni che giungono pochi minuti dopo l’annuncio del nuovo Ministro della Salute Giulia Grillo di voler «agire, in sinergia con il resto del governo» sui vaccini, che sono «parte del contratto». E la risposta del mondo scientifico viene proprio da quei medici riuniti al Bambino Gesù per un talk scientifico dal titolo esplicativo: “Io mi vaccino, io non posso, io non voglio”. «L’evento è stato organizzato – spiega la dottoressa Carsetti – proprio per spiegare il valore delle vaccinazioni, i motivi di chi si vaccina e di chi non può vaccinarsi e per imparare ad orientarsi su Internet tra bufale, fake news e siti, invece, attendibili dove potersi informare veramente sui rischi dei vaccini».
Un convegno informativo che dovrebbe, quindi, aiutare a creare quella cultura delle vaccinazioni necessaria e imprescindibile per ipotizzare l’abolizione dell’obbligo. «E va ricordato – aggiunge la dottoressa – che non sono solo i bambini a doversi vaccinare, ma anche gli adulti».
«In particolare – prosegue – c’è una fase molto importante della vita di una donna che è la gravidanza, periodo in cui andrebbero fatti due vaccini: per la pertosse e per l’influenza. Quest’ultima può essere una malattia grave per la donna in gravidanza e può essere molto grave per il bambino appena nato; ma se la mamma si vaccina in gravidanza, gli anticorpi proteggeranno sia lei che, passando attraverso la placenta, il bambino nei suoi primi 2-3 mesi di vita, quando è troppo piccolo per essere vaccinato. La pertosse in gravidanza invece non è pericolosa per la mamma ma per il bambino, e il vaccino può quindi proteggerlo. Tuttavia, sono ancora poche in Italia le donne in gravidanza che si vaccinano».
Ci sono poi le vaccinazioni da fare dopo i 65 anni: influenza e pneumococco. «Le persone anziane con l’influenza – continua la dottoressa Carsetti – possono avere molto più complicazioni di un giovane. Per quanto riguarda l’infezione da pneumococco, poi, sappiamo che ci sono gli antibiotici ma funzionano sempre meno perché ci sono sempre più ceppi di batteri antibiotico resistenti».
Infine, c’è il vaccino contro l’HPV, «che può essere fatto a tutte le bambine e anche ai maschi e che è importantissimo, non solo perché previene l’infezione del papilloma virus, ma previene anche il cancro. Anche in questo caso, però, solo il 60% delle persone che dovrebbe fare questo vaccino l’ha fatto. Un vaccino che invece dovremmo fare tutti per essere veramente protetti», conclude.