«Oggi ho 23 anni e la malattia ne ha 12. Quello che sono nel bene e nel male lo devo anche a lei». Questa una delle storie raccontate sui 12 pannelli che fanno parte della mostra ‘Io non sclero’ i cui autori sono persone affette da sclerosi multipla
L’AISM compie 50 anni. L’Associazione Italia Sclerosi Multipla, nata nel 1968 per rappresentare i diritti e sostenere i bisogni dei pazienti affetti da SM, festeggia il suo mezzo secolo trascorso ad affermare una cultura d’informazione e sensibilizzazione per una malattia che oggi colpisce 2,3 milioni di persone nel mondo.
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Tantissime le iniziative in programma in questi mesi per celebrare l’anniversario dell’Associazione, fra queste la mostra ‘Io non sclero’ all’ospedale San Camillo Forlanini di Roma dove è aperta al pubblico l’esibizione di 12 tavole artistiche che sintetizzano con parole, tratti e colori le difficoltà motorie e cognitive che un paziente deve affrontare quotidianamente. Le opere sono state realizzate da persone che hanno deciso di raccontare la loro storia attraverso illustrazioni cariche di significato.
La mostra fa parte del progetto nazionale ‘Io non sclero’, sviluppato da Biogen e dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda), in collaborazione con l’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e con il patrocinio della Società italiana di neurologia (Sin).
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«Le storie vere, di chi ha deciso di non lasciarsi abbattere dalla malattia – spiega Angela Martino, Presidente dell’Associazione italiana sclerosi multipla – ci offrono una fotografia reale delle necessità dei pazienti e dei loro familiari e questo ci porta a riflettere sulle risposte concrete che oggi associazioni, istituzioni e società civile possono dare alle famiglie, perché la sclerosi multipla non colpisce solo la persona ma l’intero nucleo familiare. Per questo l’Associazione lavora ogni giorno per raggiungere l’obiettivo che guida tutte le nostre attività: un mondo libero dalla sclerosi multipla».
«Un’iniziativa che porta alla luce la realtà complessa di chi è costretto a convivere con la sclerosi multipla – commenta Fabrizio d’Alba, direttore generale del San Camillo-Forlanini all’AdnKronos – e che offre un momento di scambio e di confronto tra pazienti, familiari e operatori sanitari. Come azienda ospedaliera guardiamo con piacere a tutte le iniziative che mettono al centro le emozioni dei pazienti e dei loro familiari, perché ci permettono di ampliare le nostre conoscenze scientifiche, sanitarie e gestionali con testimonianze di vita reale».