Il Dipartimento di Medicina Generale della SIGM ha elaborato un documento in cinque punti: tra questi facilitazioni in termini di graduatoria per chi si è formato in un’area carente e possibilità per i corsisti di esercitare
Un documento programmatico in cinque punti inviato al Ministro della Salute Giulia Grillo per superare il problema della carenza di medici di medicina generale. Lo ha preparato il Dipartimento di Medicina Generale della SIGM, Segretariato Italiani Giovani Medici, allo scopo di sollecitare le istituzioni a trovare una soluzione a un problema che nei prossimi anni rischia di diventare una emergenza sanitaria del nostro Paese: secondo i dati della FIMMG nei prossimi cinque anni smetteranno di lavorare 14.908 medici di famiglia e 14 milioni di italiani potrebbero rimanere senza medico di base. Un trend destinato anche a peggiorare: al 2028 verranno a mancare 33.392 medici di famiglia. L’anno ‘nero’, che registrerà il picco delle uscite, sarà per i medici di famiglia il 2022: solo in quell’anno ne andranno in pensione 3.902.
La SIMG sottolinea “un panorama della medicina generale sempre più in difficoltà” dovuto all’imminente massivo pensionamento dei MMG e alla ridotta reperibilità di medici tra quelli già iscritti nelle graduatorie regionali. Per questo è fondamentale concentrarsi sulla formazione e su questo si basano i cinque punti inviati non solo al Ministro ma anche a Rossana Ugenti della direzione Professioni Sanitarie del Ministero della Salute e Renato Botti del Coordinamento Tecnico Commissione Salute Regione Piemonte. Nel documento si sottolinea la necessità che la Formazione Specifica in Medicina Generale sia meritevole di un percorso di formazione accademica, «affinché diventi capace di formare professionisti funzionali ad operare all’interno di Cure Primarie ispirate ad un modello di Comprehensive Proactive Primary Health Care».
Ecco i punti:
POSSIBILITA’ DI ESERCITARE LA PROFESSIONE PER I CORSISTI
Rispetto dell’Art. 29 della Direttiva 2005/36/CE. Gli Stati Membri possano esentare da questa condizione i medici che stanno conseguendo la FSMG e prevedendo la modifica delll’Art 19 comma 11, Legge 28 Dicembre 2001, n° 448 si potrebbe far sì che i corsisti possano esercitare la medicina generale solo in assenza di medici già in possesso del titolo di FSMG, permettendo così ai corsisti di acquisire l’incarico di assistenza primaria già direttamente durante la formazione.
SUPERARE I MASSIMALI
Prevedere, per compensare un’area carente, la possibilità di superare il massimale. Secondo il Decreto Balduzzi si possa prevedere che ciascun medico, operante nelle AFT e nelle UCCP, presenti un numero ottimale di scelte e un massimale che può essere superato solo momentaneamente; superato un numero minimo di esuberi, la richiesta di pubblicazione dell’area carente.
BORSE DI FORMAZIONE IN AREE CARENTI
Nel caso vi sia carenza di medici con il titolo di formazione in medicina generale, associare la richiesta di pubblicazione di un’area carente alla richiesta di attivazione di una borsa di formazione specifica in medicina generale; associare quindi l’assegnazione della borsa di formazione specifica in medicina generale all’acquisizione del contratto di sostituzione in medicina generale nell’area carente corrispondente.
PART TIME PER FSMG
Attivazione del part time per il corso di FSMG nelle Regioni in cui si renda necessario il ricorso a medici senza titolo di FSMG, come già previsto dall’art 24 comma 3 del D.lgs 368/99, in accordo con la normativa europea Art. 28 della Direttiva 2005/37/CE. Permettendo così una da un lato la riduzione del carico di lavoro ai MMG “senjor”, dall’altra la possibilità della formazione sul campo per il medico in formazione.
FACILITAZIONI PER CHI SI E’ FORMATO IN AREA CARENTE
Prevedere facilitazioni in termini di graduatoria per chi si è formato in un’area carente (analogamente a quanto oggi avviene per la residenza), in modo da favorire al termine del percorso formativo la possibilità per il medico di medicina generale neodiplomato di conseguire la titolarità nella sede in cui ha svolto la formazione. In modo da rafforzare la continuità longitudinale dell’assistenza, limitando la frammentazione oltre ad un possibile stimolo per i giovani MMG a restare nei territori periferici e/o svantaggiati.