Nella circolare richieste su accesso alle prestazioni sanitarie, massima trasparenza e sicurezza delle cure, equità e uniformità in tutta Italia, nessun onere aggiuntivo per gli assistiti, controllo puntuale del corretto svolgimento della libera professione da parte dei medici. Il Ministro su Fb: «Basta con la vergogna di ottenere una mammografia dopo 13 mesi»
Le liste d’attesa si confermano una delle priorità del Ministro Giulia Grillo che oggi ha inviato una circolare a regioni e province autonome per ricevere, entro 15 giorni, le informazioni necessarie per mettere a punto il progetto. La richiesta è il primo passo in vista del varo di un Piano nazionale per abbattere i tempi delle liste d’attesa. Il tema delle liste di attesa è uno dei punti centrali del contratto di governo Lega-M5S nel capitolo relativo alla sanità. L’obiettivo della circolare è capire cosa le regioni hanno fatto in tema di riduzione dei tempi d’attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie, massima trasparenza e sicurezza delle cure, equità e uniformità in tutta Italia, nessun onere aggiuntivo per gli assistiti, controllo puntuale del corretto svolgimento della libera professione da parte dei medici.
«Metterò il massimo impegno e mi aspetto una grande collaborazione dalle Regioni in favore dei cittadini per abbattere lunghi e impossibili tempi d’attesa e per avere accesso ai servizi e alle informazioni», ha detto il Ministro. E ha aggiunto, «cercherò di andare incontro a tutte le esigenze delle Regioni e ai loro eventuali problemi organizzativi, ma seguirò con grande determinazione nel corso del mio mandato questo obiettivo come uno dei capisaldi del Servizio sanitario pubblico e della tutela dei diritti della salute. Su Facebook parole ancora più nette del Ministro: «Basta con la vergogna di ottenere una mammografia dopo 13 mesi, di aspettare fino a un anno una colonscopia, una visita oncologica o neurologica, salvo pagare di tasca propria, impoverirsi sempre di più e far fare gli affari ai privati. Lo abbiamo promesso nel contratto di Governo e adesso cerchiamo di passare dalle parole ai fatti».
Le richieste di informazioni riguardano sette aree-chiave, i dati si riferiscono al 2017. In particolare nella circolare viene chiesto se tutte le prestazioni siano state effettivamente prenotate attraverso il Centro Unico di Prenotazione (Cup) e se vi facciano capo tutte le “agende” delle strutture sanitarie pubbliche e quelle private accreditate.
Se così non fosse, dovrà essere comunicato al Ministero della Salute il numero di quante siano prenotate tramite Cup e il numero complessivo di tutte le prestazioni sanitarie erogate, eccetto quelle ad accesso diretto. Se con l’offerta aziendale istituzionale non vengano garantite le prestazioni nei tempi massimi di attesa individuati dal Piano regionale di governo delle liste d’attesa, le Regioni dovranno spiegare quali misure sono previste, senza oneri aggiuntivi a carico degli assistiti se non quelli dovuti come eventuale quota di partecipazione, e se queste misure vengano effettivamente applicate.
Si chiede inoltre quali iniziative siano state adottate per garantire un’adeguata informazione e conoscenza a tutti i cittadini delle attività e delle modalità di accesso alla prenotazione delle prestazioni. E ancora: quali siano le modalità e i criteri individuati per la determinazione dei volumi di attività istituzionale e quelli di attività libero professionale intramuraria. Dal ministero intendono sapere poi se siano state stabilite le modalità di verifica dello svolgimento dell’attività libero professionale intramuraria previste dall’Accordo Stato-Regioni del 18 novembre 2010, e nelle Regioni in cui l’Organismo paritetico regionale non sia stato istituito o non sia pienamente funzionante, devono essere spiegate le ragioni dell’inadempienza Infine nel documento si domanda se siano stati attivati strumenti di controllo per verificare che tutte le prestazioni erogate in libera professione intramuraria siano effettivamente prenotate attraverso l’infrastruttura di rete prevista fin dalla legge del 2007