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Un neonato su 5 ha una mamma fumatrice. I dati ISTAT registrano che il 49% dei neonati e dei bambini fino a 5 anni hanno almeno un genitore fumatore e il 12% hanno entrambi i genitori fumatori. Gli effetti del fumo ambientale e passivo possono nuocere alla salute del bambino già in gravidanza, esponendo il nascituro ad […]
Un neonato su 5 ha una mamma fumatrice. I dati ISTAT registrano che il 49% dei neonati e dei bambini fino a 5 anni hanno almeno un genitore fumatore e il 12% hanno entrambi i genitori fumatori.
Gli effetti del fumo ambientale e passivo possono nuocere alla salute del bambino già in gravidanza, esponendo il nascituro ad una serie di rischi. Il Bambino Gesù specifica che il monossido di carbonio e la nicotina passano facilmente la barriera placentare, riducono l’apporto di ossigeno nei tessuti fetali provocando un aumento della frequenza cardiaca del feto.
Il fumo materno durante la gravidanza è la principale causa di morte improvvisa del lattante (sudden infant death sindrome, SIDS). Il tabagismo, inoltre, esercita un effetto non trascurabile sullo sviluppo del circolo vascolare della placenta. Esso è responsabile:
– della diminuzione dei mezzi di difesa contro le infezioni batteriche e virali durante la gravidanza;
– della riduzione ponderale fetale;
– dell’aumento di frequenza di menorragie gravidiche;
– dell’aumento della mortalità.
In aggiunta, lo studio epidemiologico condotto da ricercatori dell‘Università di Monaco e del Karolinska Institutet di Stoccolma, ha dimostrato che l‘esposizione del feto al fumo materno nel primo trimestre di gravidanza costituisce anche un fattore di rischio di obesità infantile.
Dopo il quarto mese di gravidanza, la nicotina provoca nel nascituro una riduzione dell’altezza, deficit mentali e comportamentali, aumenta l’incidenza di affezioni broncopolmonari e, a lungo termine, il rischio di cancro.